Il giorno dopo la grande delusione, per il M5s, voti ridotti dalla metà ai due terzi rispetto alle politiche e nessun ballottaggio nelle grandi città, è l’ora dell’analisi. O meglio dell’ira di Beppe Grillo. Dopo aver fatto parlare (pochi) esponenti del movimento (il diktat era di non commentare i risultati), il comico è uscito direttamente allo scoperto con un durissimo post sul suo blog. «Il M5S ha commesso errori, chissà quanti, ma è stato l’unico a restituire 42 milioni di euro allo Stato» tuona Grillo. E poi sferza quell’Italia che votando Pd e Pdl, i partiti che «li rassicurano ma in realtà hanno distrutto il Paese, si sta condannando a una via senza ritorno».
«CAPISCO CHI VOTA I CONDANNATI»
Grillo esonera dalle responsabilità la stampa, «i pennivendoli» come li chiama lui. E punta dritto al bersaglio, ricorrendo all’arma del sarcasmo, gli elettori che non hanno votato il Movimento Cinque Stelle. «Non si tratta di italiani che hanno sbagliato per consuetudine o per dabbenaggine, ma di persone pienamente responsabili della loro scelta» parte il comico. E attacca: «Capisco chi ha votato, convinto, per il condannato in secondo grado per evasione fiscale e chi ha dato la sua preferenza ai responsabili del disastro dell’ILVA, del Monte Paschi che hanno come testimonial il prescritto Penati. Capisco chi ha mantenuto la barra dritta e premiato i partiti che succhiano i finanziamenti pubblici e non chi li ha restituiti allo Stato. Vi capisco. Il vostro voto è stato pesato, meditato».
LE DUE ITALIE
Perché, per il leader M5S. esistono due Italie: «La prima, che chiameremo Italia A, è composta da chi vive di politica, 500.000 persone, da chi ha la sicurezza di uno stipendio pubblico, 4 milioni di persone, dai pensionati, 19 milioni di persone (da cui vanno dedotte le pensioni minime che sono una vergogna). La seconda, Italia B, di lavoratori autonomi, cassintegrati, precari, piccole e media imprese, studenti». Per la prima vince «il teniamo famiglia, si vota prima per sé stessi che per il paese», la seconda sta «sta morendo, ogni minuto un’impresa ci lascia per sempre». Per concludere infine che «l’Autunno Freddo è vicino e forse, per allora, l’Italia A capirà che votando chi li rassicura, ma in realtà ha distrutto il Paese, si sta condannando a una via senza ritorno. Vi capisco, avete fatto bene». Colpa degli elettori insomma, è la posizione del leader maximo del movimento.
Corriere della Sera
L’OPINIONE DI BERTOLT BRECHT
… il segretario generale dell’Unione degli scrittori della Ddr di fronte ai moti operai del ’53 di Berlino-Est aveva detto: «La classe operaia di Berlino ha tradito la fiducia che il Partito gli aveva riposto: ora dovrà lavorare duro per riguadagnarsela!» messaggio che Brecht riformulò in questo modo: «Il Comitato centrale ha deciso: poiché il popolo non è d’accordo, bisogna nominare un nuovo popolo».