L'Aquila Blog. Opinioni a confronto sui fatti che contanoStorytelling: Come ti “frego” il racconto politico

«Quando un autore politico, leader, partito, organizzazione che sia non è più coerente con il proprio racconto valoriale corre il rischio che nell’arena si presenti qualcun altro a scippare la narr...

«Quando un autore politico, leader, partito, organizzazione che sia non è più coerente con il proprio racconto valoriale corre il rischio che nell’arena si presenti qualcun altro a scippare la narrazione». Così Andrea Fontana, Presidente dell’Osservatorio Italiano di Corporate Storytelling presso l’Università degli Studi di Pavia, legge l’attuale comunicazione che vede protagonista Beppe Grillo sulla scena politica.

Come si fa a rubare una narrazione politica?

«E’ molto semplice. Un racconto può essere accolto, rifiutato, contro-narrato o sovrascritto. Nel momento in cui accolgo un racconto ne vengo coinvolto e credo al mondo di valori e contenuti di cui entro a far parte. Se rifiuto un racconto non lo seguirò, ma non per questo mi opporrò al racconto rifiutato che semplicemente non mi interessa. Quando però non solo rifiuto ma voglio oppormi a un racconto politico allora inizio a contro-narrarlo: a negarlo a trovare situazioni, temi, contenuti per costruire una “opposizione”. Il caso più interessante però, si ha quando cerco di sovra-scrivere un racconto perché il suo autore è diventato distratto o debole o non coerente con l’universo narrativo di riferimento. Allora mi metto in scia e comincio a raccontare con più forza, con maggiore valore, e anche con più grintosa veemenza tutta la galassia di riferimento di quel racconto politico di cui voglio impossessarmi».

E’ una cosa che è già successa diverse volte nella politica. E quello che sta facendo Grillo, come d’altronde sta dichiarando nelle sue ultime uscite?

«E’ esattamente quello che sta facendo Grillo – la sua strategia mi pare chiara e anche abbastanza aggressiva nel suo obiettivo. E anche dichiarata, perché lo sta ufficialmente dichiarando che si vuole sostituire alla sinistra. Sta cercando di diventare una “nuova sinistra” occupando uno spazio di riferimento che – per varie ragioni – è venuto a mancare. Non solo, ma in questo modo aggredirà con molta forza il centro-destra e lo costringerà a rivedersi, volenti o nolenti. Inoltre mi pare che ci sia un tentativo ancora più “alto”. Quello di disarticolare il racconto politico Italiano in sé stesso, cioè il sistema politico Italiano».

Ma questa è un’altra storia.

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