Questa volta non vi parlo di me, ma vi racconto la storia di una ragazza, Serena che, giovanissima, voleva convertirsi per riconquistare il suo ex ragazzo, di origini marocchine, che l’aveva lasciata e si era messo con una connazionale. Ma poi Serena ha capito che annullarsi per amore non porta da nessuna parte.
“L’ho conosciuto quasi per caso, a un convegno sul Marocco. Un bel ragazzo, alto, capelli ricci e neri, gli occhiali che gli davano quell’aria da intellettuale. “Piacere, Said”, mi disse dandomi la mano, su cui notai subito una fedina, quindi pensai che fosse impegnato. Quando la mia amica Meryem mi chiamò, dicendomi che era interessato a conoscermi, il mio cuore batteva all’impazzata! Avevo 19 anni e di Islam sapevo ben poco. Ero ingenua e di sicuro non stavo a pensare ai problemi di diversa cultura e religione che una coppia del genere poteva incontrare.
Poco dopo la chiamata di Meryem, un sms da un numero sconosciuto: era lui! Così, tra un messaggio e un altro, cominciò il suo corteggiamento. Mia mamma, incuriosita dai continui trilli del telefono, mi chiese se per caso ci fosse qualche novità. Senza pensarci due volte, le raccontai del mio incontro, ma la reazione non fu quella che mi aspettavo. Era preoccupata, ne parlò subito con mio padre che quella notte non riuscì a chiudere occhio. “Sono due culture troppo diverse!” furono le sue parole. Mentre io, dalla rabbia, gridavo che non ci ero ancora uscita insieme, che già volevano ostacolarmi. E continuai ancora più convinta sulla mia strada.
Said ed io ci incontravamo all’università, lui studiava ingegneria informatica, era venuto qui apposta dal Marocco, da Casablanca, spesso veniva a cercarmi nelle pause pranzo del mio lavoro… Ero al settimo cielo, mi trovavo bene…. “Che bello vederti di nuovo sorridere”…un biglietto che la mia sorellina mi lasciò sulla mia scrivania, durante il primo mese di questo fidanzamento.
Poco dopo partii per una settimana per Ibiza con un’amica, lui mi chiamava sempre all’hotel, mi riempiva di attenzioni…. Poi fu il suo turno: doveva tornare per un mese dalla sua famiglia… la partenza fu tragica, mentre lo salutavo in stazione scoppiai in lacrime…
Durante quei due mesi insieme, pensavo alle occhiate della gente che, al mio paesino, ci vedevano insieme, dicevano più di mille parole…. A mia zia che un giorno mi aveva chiamata dicendo che mi avrebbe diseredato…e io ero scoppiata in lacrime davanti a lui, e mi ero dovuta inventare un altro problema per non dirgli la verità e ferirlo….mentre dall’altra parte, sentivo i suoi amici affermare, senza cercare di farsi sentire dalla sottoscritta, che “con l’europea non può funzionare, lo sanno tutti, un po’ di sesso e via”. Ma subito pronti a lanciarsi sulle ex degli amici appena rompevano qualche fidanzamento. Era davvero così? Lo stare insieme era diventato sempre più uno sfida, contro la mia famiglia e contro i suoi amici.”
– fine prima parte –