Panorama e altri giornali hanno pubblicato un servizio inchiesta sulle vacanze di Beppe Grillo dal 2002 al 2007 nei villaggi Valtur.
Si è visto che l’ex comico ha ricevuto trattamenti di favore rispetto ai normali clienti con ingenti sconti sulle tariffe.
Ma lo scandalo dove diavolo è?
Se fosse successo in questi ultimi anni esso ci sarebbe stato eccome (per quanto in Italia uno scandalo del genere sia considerato male minore, io provo a fingere che il metro da usare possa essere quello anglosassone/ francotedesco, dove ci si dimette per tesi copiate o multe per eccesso di velocità non pagate).
Infatti offrire ad un politico influente benefit particolari può e deve essere castigato da quel sano populismo che sta con il fiato sul collo ai potenti affinchè chi gestisce i nostri soldi non debba essere in debito con nessun furbetto in particolare. E soprattutto in modo da non far sentire che non offre favori al potente di turno un idiota.
Ma all’epoca il Giuseppe da Genova era solamente un comico che poteva piacere o meno (ai più piaceva), era famoso, ma era un cittadino privato, per quanto conosciuto potesse essere.
E quindi sono cavoli di quell’impresa privata se ha deciso di fare sconto al privatissimo signor Grillo. Valtur avrà avuto le sue ragioni (buona pubblicità, scambio di favori nel caso Grillo avesse voluto intrattenere gli altri clienti, amicizia con qualche proprietario o dirigente).
Qualsiasi fosse la ragione dello sconto il risultato non cambia: azienda privata e cliente senza ruoli pubblici fanno quello che vogliono, come lo vogliono e quando lo vogliono.
Al contrario, come ha dimostrato Report due settimane fa, Valtur dovrà spiegare come mai ci sono stati sconti quasi del 100% al politico di primo piano Schifani (PDL, ex ministro, ex presidente del Senato, già indagato per mafia) e sconti, meno cospicui del primo, ad Alfano (PDL, ex ministro della giustizia, attuale vice premier).
Dovranno spiegarlo prima o poi anche questi politici.
La vicenda si fa anche più grottesca visto che sembra che dietro il proprietario della Valtur vi siano le ombre del più grande latitante mafioso del mondo Matteo Messina Denaro.
Valutato il fatto che gli sconti ad Alfano e Schifani hanno un peso non solo diverso ma non comparabile a quello di Grillo, certi potranno dire “ma anche oggi Beppe non ricopre alcun ruolo pubblico, è solo un portavoce che aiuta il M5S!”.
E qui si apre il sottile filo di uno dei più grandi problemi del movimento: non sarà eletto ma è il più influente, detta lui l’agende e decide lui quando bisogna discutere sulle espulsioni.
Fino a qui nulla di male, è solo grazie a lui se un movimento di signori nessuno è arrivato ad essere il primo partito d’Italia (per quanto in pochi mesi sia calato fino a decimare i voti in alcuni comuni del paese), ma uno dei principi fondamentali con cui il partito 2.0 era nato e cresciuto è “uno vale uno”.
Ma, salvo sconti più che legittimi nei villaggi turistici, è davvero così?