“Mettere a rischio il Fondo per gli aiuti alle persone svantaggiate potrebbe far vincere all´Unione Europea il Premio Nobel della Vergogna”.
E´ una battuta, solo una battuta, fatta dall´eurodeputato Omarjee per descrivere la situazione che l´Unione Europea sta vivendo. Ironico il riferimento al Premio Nobel per la Pace ricevuto nel 2012 dall´UE, il progetto piu´ ambizioso che il vecchio continente abbia mai partorito, oggi piu´ che mai di fronte al rischio sbeffeggiamento.
Con il nuovo bilancio per i Fondi Strutturali Europei infatti, approvato dal Consiglio Europeo nel mese di febbraio 2013, gli investimenti totali ammonteranno a 325,1 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. Un budget tagliato dell´ 8% rispetto a quello precedente, 2007-2013.
Tra questi tagli colpisce una cifra, quella del Fondo Europeo per gli aiuti alle persone piu´ disagiate, la carne viva della nostra societa´, che passerebbe, restando cosí la proposta del Consiglio, da 3,5 miliardi di euro a 2,5 miliardi. Senza considerare che l´intero importo nel precedente budget era da suddividere per 17 paesi, mentre oggi andrebbe suddiviso per 27.
A fronte di questo il Parlamento ha giustamente votato a fine maggio, in Commissione Affari Sociali (36 voti a favore, 4 contrari e 3 astenuti), l´inaccettabilita´ del provvedimento e la necessita´ di rinegoziare il contributo con il Consiglio. Decisione dibattuta e approvata anche in seduta plenaria, il 12 giugno a Strasburgo, con una grandissima e trasversale maggioranza.
C´e´ da chiedersi se in una nuova fase di contrattazione il Parlamento riuscira´, ad un anno dalle elezioni europee, ad evitare all´UE il Premio Nobel della Vergogna che molti cittadini rischiano di assegnargli.