Mi capita spesso di fare foto a gente che non è modaiola, mi capita sempre di avere la sensazione che al momento dello scatto quella persona che è davanti al mio obbiettivo, o più spostata a destra o sinistra (non mi piacciono molto le foto “centrate”), venga risucchiata dalla macchina, rimpicciolisca e scompaia a imbuto tipo il genio della lampada, dritta verso il “mirino”.
C’è un istante, un millesimo di secondo, in cui mi piace pensare che le rughe del nonnino siano fisicamente nelle mie mani, così come la stoffa fucsia della signora del parco, e la consistenza soffice del pelo di un gattino quando lo accarezzi.
A Parigi ho fatto tante foto (ho materiale per un bel po’ di post).