Soltanto tre italiani su dieci sono più fiduciosi rispetto all’anno scorso sulle sorti dell’economia nazionale e internazionale. I motivi? La tenuta della zona euro, la pressione fiscale e l’instabilità politica, sulla quale sicuramente la condanna di Silvio Berlusconi in primo grado a 7 anni di reclusione nel Rubygate avrà un impatto non indifferente.
Un pessimismo cosmico che emerge dall’ultimo Global investment trends report di Schroeders, che ha intervistato 14.800 investitori in 20 Paesi di Europa, Asia e Stati Uniti con la volontà di investire almeno 10mila euro da qui a giugno 2014. Nel dettaglio, recita la nota stampa, «il 37% degli intervistati italiani pensa di diminuire (in media del 6%) il risparmio investito (56% dei quali predilige prodotti a basso rischio/rendimento, ndr) il 27% prevede di aumentarlo, il 36% non cambierà l’ammontare». Per quanto riguarda le cifre, un italiano su due investirà un importo compreso tra 10 e 30mila euro, in linea con la media europea, soltanto l’8% cercherà di far fruttare somme uguali o superiori a 100mila euro.
Fonte: Schroeders Global investment trends report
Ovviamente i Paesi dove gli intervistati vedono il futuro con ottimismo sono Svezia, (50%), Svizzera e Germania (44%). «Solo in Portogallo (22%)», si legge nello studio, «la percentuale degli ottimisti è inferiore a quella italiana». Il dato più interessante tuttavia riguarda la correlazione tra la fiducia e l’investimento in azioni. In Giappone, dove l’iniezione straordinaria di liquidità da parte dell’esecutivo guidato da Shinzo Abe ha dato ossigeno ai listini, gli investitori prediligono le azioni. Al contrario, in Italia ben pochi si fidano delle potenzialità di rialzo delle 40 blue chip di Piazza Affari.
Fonte: Schroeders Global investment trends report