Di tutti i risultati delle amministrative, quel che mi ha colpito di più, politicamente e personalmente, è stata la sconfitta di Gentilini. Essendo cresciuto in Provincia di Treviso, la mente è subito corsa agli anni 90, quando il Leghismo era un fenomeno quasi religioso, vissuto da molti con spirito di devozione oserei dire superiore a quella di chi oggi segue il M5S, fenomeno cui spesso (in parte non a torto) è accostato.
E’ giusto quindi dire che si è chiusa l’epoca della Lega? Diciamo che è più che corretto affermare che è sicuramente e definitivamente chiusa l’epoca di quella Lega, di cui Gentilini è stato uno dei simboli più popolari, con tutto ciò che ne conseguiva.
Era la Lega di lotta sul territorio, con personaggi che finivano sui giornali nazionali per le sparate spesso fuori le righe e talvolta razziste, ma che sapevano ascoltare e parlare ai propri elettori. Era la Lega che raccoglieva nel profondo Nord Est (e per capire cosa sia il profondo NE dovreste leggere il Blog de @Lavvelenata) i voti di operai (tanti) e padroni (tantissimi),mandando in bestia i partiti tradizionali, quelli di sinistra in particolare che brancolavano letteralmente nel buio.
Era la Treviso di Gentilini, eletto nel ’94, diventato famoso subito per la battaglia per togliere le panchine dal parco della stazione dei treni dove bighellonavano gli stranieri. Ma nel ’94 l’onda della Lega era già alta nel trevigiano, tra sagre campestri (la prima Lega era un piccolo PCI, organizzata allo stesso esemplare modo), provocazioni, gazebi in tutti, ma proprio tutti, i paesini.
E Gentilini si diede da fare, conquistando coi fatti i Trevigiani. Raccolse una città trasandata, e con interventi di riqualificazione urbana intelligenti la rivoltò (quasi) come un calzino. “Lo sceriffo” è sempre stato per questo (certo non per le dichiarazioni sui giornali) amatissimo dai suoi concittadini (quasi tutti, evidentemente), al punto che si inventarono la figura del pro-sindaco quando per legge non poté ricandidarsi. In questo senso, per modo di porsi e per gestione della città, Tosi è certamente un Gentilini 2.0, meno spigoloso dal punto di vista dialettico.
Sotto la sua figura (ma con una regia che non era solo sua) la Lega ha dominato in lungo e largo la Marca, cullando la crescita dell’attuale Governatore del Veneto Zaia, già Presidente della Provincia e futuro Ministro.
Ecco, per tutto questo la caduta dello Sceriffo non è una semplice sconfitta. E’ la caduta di un totem. Gentilini ha annunciato che sparirà. Non sono mai stato un suo elettore, né della Lega, ed anzi con molti elettori in quegli anni ebbi discussioni parecchio “animate”; però a Gentilini, e a molti di quelli che credettero in quella Lega ritengo sia dovuto l’onore delle armi, anche se so già molti non saranno d’accordo.
Ma questo post non vuole dare un giudizio politico sul movimento Lega. E’ solo un flash back in quegli anni, un cerchio che si chiude. E il mio ricordo va alle persone che ho incontrato, che ho visto all’opera, piene di fiducia in un’idea (per loro un ideale) che non ho condiviso, ma che ho visto crescere e diffondersi giorno dopo giorno attorno a me.
Quelle persone hanno commesso certamente errori, ma hanno interpretato il loro ruolo con passione e coerenza. Quella che è mancata ad altri, sia nella Lega che fuori. Ma questo è un altro discorso.