Ieri ero molto amareggiata. Stanca di vedere gente attraverso lenti a specchio, e quindi forse un po’ stanca di vedere me stessa quando non vorrei, di correre, di vedere seccarume da tutte le parti, di sentire frasi solo riguardo a party dove andare. Io che preferisco le sagre, o le feste, perché ai party se ci vado mi diverto per cinque minuti. Stanca di assistere a scenate di gay-donne che pretendono la prima fila con prepotenza, a quelle di ragazzette che non sono nessuno che vantano titoli palesemente fasulli, dell’esserci a tutti i costi.
Poi ieri ad un certo punto ho bloccato tutti i miei impegni per andare a comprare due focacce e una bicicletta, l’ho chiamata Lina.