Pubblichiamo il bel post di Nagehan Uskan, ricercatrice e cineasta, con cui aggiorna i suoi amici su Facebook sulla situazione a Istanbul.
Cari amici,
Cosa succede qua? Non e’ cosi breve da poter raccontare in qualche paragrafo, ma speriamo che un piccolo riassunto possa servire a darvi un’idea.
Tutto è cominciato con una manifestazione pacifica per proteggere il parco Gezi a Taksim (il centro della città). Non solo è uno dei pochi parchi rimasti in città, ma la procedura legale non è stata seguita correttamente dalla polizia e dal suo nuovo ”proprietario” che voleva distruggerlo per costruirci un centro commerciale. La trasformazione urbana, sempre a favore del capitale e dei seguaci del governo, non era piu’ sopportabile, la battaglia per il parco ha diffuso una consapevolezza comune di questa situazione. Da tempo il governo fingeva che tutto stesse andando bene, limitando le libertà, facendo pressioni sulla stampa, impedendo alle persone di esprimere le loro opinioni, occupando gli spazi comuni. La violenza della polizia è diventata sempre più importante e respirare lacrimogeni è ormai parte della nostra vita quotidiana. Il primo maggio invece di essere un giorno di festa, è stato un momento di violenze fasciste. Le limitazioni all’alcol hanno fatto crescere l’odio di tanti.
La reazione di oggi non puo’ essere limitata nè a un solo partito politico nè a un solo gruppo di attivisti. In questo momento in piazza e in diversi angoli di Turchia, siamo tutti… Per la prima volta molte persone vivono questo sentimento di azione e protesta collettiva. Tante persone che, per certi aspetti apolitici o che non sono mai riusciti o non hanno mai sentito la necessità di esprimere le loro idee, sono ora fuori dalle loro case. Per la prima volta si tratta veramente di un ”noi”. Questo movimento ha unito tutti, partendo dalla sensibilità nata per proteggere un ”albero” e uno spazio ”pubblico-nostro”. Proviamo profondamente una resistenza e una solidarietà da ammirare. Come si continua a dire: ”Da oggi, tutti noi, siamo persone nuove”
Forse l’inizio è stato il parco Gezi che è ora il nostro simbolo, ma ormai si tratta di un movimento diffuso in tutta la Turchia. Siamo numerosi e siamo contro questo governo fascista. I media, come sempre da anni, tacciono! Ignorano, ignoranti… Il presidente Erdogan ha fatto un annuncio pubblico dove ha affermato che tutti i manifestanti sono dei predoni o piccoli gruppi marginali.
In questo momento è difficile prevedere cosa succederà. La situazione e’ ancora assai seria, la violenza della polizia non aeccanna ad attenuarsi, ma la resistenza continua ed è sempre più forte.
Come stiamo? Non vi preoccupate, non eravamo mai stati cosi bene.
Andrà meglio!
Un abbraccio a tutti,
Nagehan Uskan & Deniz Mardin