Una giornata di routine. Sembrava proprio come le altre e abbastanza tranquilla. Autobus fresco, gente poca e traffico sulla Pontina abbastanza scorrevole. Nessun intoppo insomma. Percorro questa strada maledetta, dichiarata più e più volte la più pericolosa d’Italia, tutti i giorni da diciassette anni. Annunci di volerla mettere in sicurezza in questi anni ne ho sentiti più e più volte..ma poi è rimasta sempre così, nonostante il traffico, sia leggero che pesante, si sia notevolmente triplicato. Ma si sa…alle cose ci si abitua! Altrimenti non si sopravvive.
Ero persa nei miei pensieri, quando sento l’autista dire…ma che fa quel pazzo? Istintivamente ho guardato avanti. Non ho notato nulla. Ho pensato allora che il pazzo fosse dietro di noi. L’autista continuando a ripetere la stessa cosa ha cominciato a suonare più e più volte il clacson e a dire…fermati, fermati. Ho guardato dove volgeva lui lo sguardo e ho visto due vecchietti di 80 anni e più, immettersi con la loro piccola utilitaria sulla Pontina, contromano. Oddio che fare in questi casi? Tutti noi passeggeri abbiamo iniziato a lanciare segnali dai finestrini, a urlare di fermarsi, ma loro non capivano. Ho chiamato immediatamente il 113, ma non è che quelli hanno la bacchetta magica, si deve dare loro il tempo di arrivare. Intanto dalla parte di Roma cominciavano ad arrivare le macchine. Tante macchine. Ho visto la prima sbandare un po’ e poi raddrizzarsi. La seconda non ha avuto la stessa fortuna forse perché aveva meno visibilità. L’abbiamo vista volare e schiacciarsi contro il guard rail, quindi schizzare in alto e aprirsi in mezzo mentre pezzi di carrozzeria piombavano sull’asfalto. Era una donna al volante questo l’ho visto bene. Abbiamo urlato tutti e sentito distintamente un botto. Noi non ci siamo fermati. Era inutile, perché continuavamo ad affiancare quei due tentando di fermarli. Ma nulla. Anzi. A un certo punto nel proseguire nella loro folle corsa, si sono spostati addirittura sulla corsia di accelerazione. Non si poteva perdere più tempo. Aldo Lombardi, questo è il nome dell’autista eroe di questa mattina, a quel punto ha inchiodato l’autobus e insieme a Massimiliano Leoni, un suo collega dell’Atac, con un balzo davvero felino e disperato hanno scavalcato il new jersey che divide le due corsie. Mentre uno tentava di fermare le decine di Tir e di macchine che arrivavano provenienti da Roma, l’altro in maniera brusca ha fatto scendere i due, che non ne volevano sapere di farlo e continuavano a non capire quello che volevamo. Non ha perso tempo. Ha strappato loro le chiavi della macchina e dopo averli spinti bruscamente fuori, ha girato la vettura, riportandola nella direzione giusta per poi parcheggiarla sul ciglio della strada. Abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo, mentre l’urlo delle sirene e delle ambulanze si faceva sempre più vicino.