Vale la pena leggere quanto scrive oggi il professor Tito Boeri su Lavoce.
Un pool di banche creditrici (Intesa, Unicredit, Ubi, Bpm e Mediobanca) ha sostenuto l’aumento di capitale di Rcs MediaGroup, gruppo editoriale che ha accumulato 1 miliardo di debiti negli ultimi dieci anni e che è stato a un passo dal portare i libri in tribunale. Banca Intesa ha deciso non solo di partecipare all’aumento di capitale per una quota superiore a quella che le spetta, ma anche di remunerare i membri del patto di sindacato alla guida di Rcs che le hanno ceduto i loro diritti di opzione a un valore vicino ai massimi (1,399), quando era evidente che il valore di questi diritti inoptati sarebbe rapidamente sceso a zero. In effetti i diritti Rcs sono crollati a 0,01 euro già il 25 giugno, due giorni prima della scadenza entro cui potevano essere negoziati per risalire il giorno dopo a 0,0187. Il Corriere della Sera nella rubrica di borsa Piazza Affari del 27 giugno, ha narrato di “diritti Rcs che spiccano il volo” aumentando dell’87 per cento. Ai lettori giudicare, guardando il grafico, se crescere dell’87 per cento praticamente da zero significa “spiccare il volo”.
Non serve aggiungere altro. A voi le conclusioni.