Sogni di meritoScoperta Benesseropoli, surreale città nel Parlamento

E' stata fatta una scoperta sensazionale che ci riporta al fascino che suscitavano un tempo i racconti di Giulio Verne. Perchè nel contesto odierno, in cui lo stato oppressivo ci chiede enormi sac...

E’ stata fatta una scoperta sensazionale che ci riporta al fascino che suscitavano un tempo i racconti di Giulio Verne.

Perchè nel contesto odierno, in cui lo stato oppressivo ci chiede enormi sacrifici arrivando a rovinarci la vita (e ad alcuni anche a toglierla), in cui si impongono tasse fantascientifiche fornendo in cambio servizi horror, è stata scoperta la mitologica e surreale Benesseropoli, cittadina sentita solo in certi racconti antichi e mai vista veramente.

Si dice che sia all’interno del Parlamento e che sia composta da gente grigia ma invisibile, viscida ed arrivista, parassitaria ed inutile. E molto molto furba.

Non sono soggetti alle elezioni come i loro ospiti parlamentari. Loro saranno là sempre e lavoreranno addirittura meno dei deputati e dei senatori. Guadagnano quasi quanti loro.

In questa comunità di 2300 cittadini (800 al Senato e 1540 alla Camera), il tempo non solo sembra essersi fermato, ma si è addirittura addentrato in un diverso sviluppo spazio-temporale rispetto a quello della nazione italiana che lo ospita. Come se fossero due mondi paralleli che nulla centrano l’uno con l’altro. Se non forse per il fatto che uno assorbe risorse dall’altro, come un parassita su un corpo vittima in cui il mal capitato è morente e con ormai ancora poco da assorbire, mentre il parassita è vivo, forte, vivace e assolutamente noncurante di quanto sta il suo corpo ospitante.

Infatti, mentre nella carcassa morente italiana le aziende sono costrette a chiudere per non riuscire a pagare le tasse su mancati incassi o sul costo del lavoro dei pochi dipendenti che si possono ancora assumere e pagare, in Benesseropoli sono libere di chiudere le proprie carriere a piacimento: vi è ancora il lusso di andare in pensione a 51 anni (CINQUANTA PIU’ UNO) perdendo solamente dall’ 1% al 4,5% della somma massima.

Mentre nella nazione i giovani sono disoccupati per il 40% e i pochi che lavorano sono pagati pochissimo e sfruttatati da contratti ignobili, frutto di decenni di ingessamento di accordi tra politica&sindacati che hanno fatto di tutto per mantenere lo status quo di potere danneggiando i più deboli (gli outsiders), in Benesseropoli non esiste la precarietà: una volta presa la cittadinanza è impossibile uscirne e non esistono giudizi di qualità ed efficacia del proprio operato. (Del resto togliere la sedia alla presidente Boldrini non richiede chissà quali abilità…).

Quando in Italia i salari reali sono scesi fino a portare il record storico di famiglie che intacca il proprio patrimonio per fare le spese primarie per cibo, bollette e tasse, in Benesseropoli gli uscieri guadagnano 10.400 euro al mese, le segretarie guadagnano 3.500 euro al mese il primo anno ed in pochi anni arrivano al massimo di 12.000 euro al mese.

I direttori guadagnano più del nostro capo dello stato Giorgio Napolitano e i nostri stenografi guadagnano più del re di Spagna.

E per finire in Benesseropoli l’anno non dura solo 12 mesi come da noi sfigati.

Da loro dura 15 mesi, che vogliono dire 15 stipendi a 5 cifre che questi parassiti assorbono da Miseropoli. Ossia la nostra ingenua, mansueta e tonta realtà.

Da piccolo sognavo sempre che l’isola del tesoro di Stevenson, le avventure di 20.000 leghe sotto i mari e mille altri racconti fossero reali e che un giorno, forse, avrei potuto viverli.

Invece, oltre alla delusione dell’inesitenza di questi, mi tocca vedere che nella realtà esiste Benesseropoli, la vera incarnazione dei “cattivi e crudeli” delle storie che leggevamo da bambini.

Twitter @GioviRavetta