Sarete d’accordo con me nel ritenere l’ormai ex pm Antonio Ingroia un supereroe. Voglio dire, nessun altro potrebbe fare ciò che ha fatto lui – imprese leggendarie che ancora risuonano nei racconti di grandi e piccini.
Proviamo a ricapitolarle, ad uso e consumo sia dei suoi fan più sfegatati che dei suoi semplici ammiratori:
- Il nostro nel dicembre scorso fonda un partito (“Rivoluzione Civile”) che schiera dei nomi che nessuno, ad oggi, è riuscito a leggere in sequenza senza trasalire: Antonio Di Pietro, Luigi de Magistris, Oliviero Diliberto, Paolo Ferrero. Promette di fondere la società civile con le forze di sinistra, ma nel giro di poco tempo incassa il “no” del Popolo Viola e delle Agende Rosse di Borsellino,
- Alle elezioni politiche di febbraio ottiene un discreto risultato alla Camera e al Senato (rispettivamente 2,2% e 1,8%), forse perché dimostratosi troppo tenero nella sua concezione di giustizia;
- Dopo aver rifiutato ogni patto col Partito Democratico in periodo pre-elettorale, a conta dei voti finita dichiara: «Il centrosinistra ha rifiutato qualsiasi confronto con noi e questo è il risultato: Bersani porta la responsabilità di consegnare il paese o al centrodestra o all’ingovernabilità»;
- Come molti adolescenti della sua età, non ha ancora deciso cosa farà da grande: il politico o il magistrato? Tuttavia, l’unico circondario dove può tenere la toga – non essendovi candidato – rimane la ridente Aosta: lì il Csm delibera di mandarlo lo scorso marzo. Lui commenta: «Non è una punizione, hanno applicato la legge»;
- Arrivato alla Procura di Aosta, posa le sue cose e, approfittando di ferie arretrate, va in vacanza per un mese;
- Decide, tre giorni di fa, di lasciare la toga in polemica col trasferimento in Valle d’Aosta, giudicato «una scelta punitiva con motivazioni politiche» (confrontare con punto 4).
Ora, lasciamo perdere che anche il suo cavallo di battaglia più sbandierato – il processo della “trattativa” Stato-mafia – sia stato recentemente (molto) ridimensionato dal giurista Giovanni Fiandaca. Chiudete per un attimo un occhio sugli editoriali pertinaci di Travaglio – copiosi specie prima che quest’ultimo si riscoprisse grillino. Dimenticate la disavventura di Rivoluzione Civile e Azione Civile, il suo spin-off di breve durata.
Ecco. Ammetterete, senz’altro, che Antonio Ingroia è un supereroe.