Sogni di meritoVendola raddoppia il prezzo dell’acqua pubblica

A tutti gli amanti dell'acqua pubblica (intesa come gestione statale, perchè nel nostro malato paese pubblico è sinonimo di statale), a tutti gli innamorati di questa filosofia di vita "poichè l'a...

A tutti gli amanti dell’acqua pubblica (intesa come gestione statale, perchè nel nostro malato paese pubblico è sinonimo di statale), a tutti gli innamorati di questa filosofia di vita “poichè l’acqua è un bene pubblico e quindi deve essere gestito dallo stato per costare meno”, ho il profondo dolore di annunciarvi che qualcosa è andato storto nel raggiungimento dell’obiettivo.

In realtà da sempre va quasi tutto storto quando si tratta di attività economiche gestite dal nostro top manager stato, il quale ha come parametro di assunzioni e nomine nelle proprie aziende il metodo anglosassone “amici degli amici”, a volte anche “amanti degli amici” o “parenti degli amici”, più raro ma ancora esistente l’ “amici dei parenti” che, causa crisi e mancanza di risorse, vede più raramente l’utilizzo.

In Puglia questa volta è andata in scena la pièce teatrale perfetta: protagonista l’esponente della sinistra tutta chiacchiere e di retrogrado pensiero, main theme i nostalgici richiami ai beni comuni e finale a sorpresa la catastrofica gestione ai danni dei cittadini-consumatori (tanti) per favorire i signori dell’ “apparato” parassita (pochi).

Questo 3 maggio è successo che una nascosta e silenziosa delibera regionale ha più che raddoppiato il prezzo dell’acqua: da 34 centesimi a 70 centesimi per metro cubo.

Ovviamente sono insorti gli agricoltori pugliesi poichè, essendo la Puglia una regione la cui economia è trainata dal turismo e soprattutto dall’agricoltura, ed essendo una regione non propriamente piovosa, con l’acqua che ti costa più del doppio non si irriga, non si coltiva, non si vende e non si mangia.

Ma come mai il buon compagno Nichi ha raddoppiato il prezzo dell’acqua se ha sempre sostenuto che i beni pubblici sono sacri e non si devono usare per lucrarci sopra?

1) Perchè può. Essendo l’AQP (acquedotto pugliese) l’unica azienda del settore è un monopolista che può fare quello che vuole senza il rischio di perdere fette di mercato.

2) Perchè può. Essendo l’AQP un carrozzone regionale che se fa debiti, come ogni azienda pubblica, li copriamo noi con tasse o con tariffe aumentate. Come in questo caso, l’ARIF (altra azienda regionale) aveva debiti che il buon Nichi coprirà raddoppiando la tariffa dell’acqua distribuita da AQP.

3) Perchè può. Essendo l’AQP e l’ARIF dei carrozzoni regionali, i quali non mirano all’efficienza dei propri servizi verso i consumatori cercando di non andare in perdita e produrre utile, quindi possono assumere cani e porci (in senso qualitativo) che rendono l’AQP da potenziale azienda sana a solita schifezza statale in perdita.

4) Perchè può. Essendo l’AQP e l’ARIF dei carrozzoni regionali in senso quantitativo, ergo possono assumere cani e porci e fungere da quel che sono: poltronifici e uffici di collocamento per chi vende i propri voti e quelli di parenti e amici in cambio di un posto di lavoro sicuro e poco faticoso.

Infatti i dipendenti di AQP sono 1700, di ARIF circa 1000. Per un totale di 2700 persone che non vanno mandate a case perchè dipendenti pubblici con le spalle coperte.

Il loro lavoro non è produttivo e non è pagato dal mercato per quello che producono. Loro distruggono valore e lo assorbono dalle tariffe raddoppiate dell’acqua che ogni cittadino sarà costretto a pagare.

Due anni fa c’è stato un referendum, strumentalizzato al massimo, che dava uno spiraglio di libertà dalla tirannia di questi carrozzoni sanguisuga.

I media e vari sherpa dell’idiozia l’avevano trasformato nel “referendum, dell’acqua pubblica che deve costare poco perchè è di tutti e deve assolutamente essere gestita dallo stato”.

Avete votato a favore di queste panzane?

Allora adesso pagate e state zitti. Ben vi sta.

Twitter @GioviRavetta

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