A piedi nudiFondi per la Ricerca. Quando la PA funziona bene.

E’ stata una esperienza esaltante. Mai avrei immaginato di poter vedere una Pubblica Amministrazione così efficiente e intraprendente. Una vera sorpresa avvalorata e condivisa anche dalle 700 perso...

E’ stata una esperienza esaltante. Mai avreiimmaginato di poter vedere una Pubblica Amministrazione così efficiente e intraprendente. Una vera sorpresa avvalorata e condivisa anche dalle 700 persone e più venute dalle Regioni del sud, quelle che l’Europa chiama le Regioni della Convergenza e a cui dedica molte delle sue risorse economiche.

Per la prima volta si è deciso di aprire le porte del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ai loro progetti, per discuterli e valutarli. Il logo visibilissimo a tutti nella sala del Palazzo dei Congressi “Yes…we’re open” la diceva lunga sulla disponibilità dei burocrati ministeriali a velocizzare e rendere trasparente la spesa, e questo ha creato nei partecipanti non solo euforia ma anche una riappacifazione nei confronti di uno Stato che in genere ti respinge sbattendoti le porte in faccia. Fabrizio Cobis, dirigente dell’ufficio che gestisce i rapporti di negoziazione e di partenariato con l’Unione Europea, ha fatto il resto, creando subito un clima positivo e sereno. In maniche di camicia e microfonino, muovendosi con molta padronanza su un palco illuminato a giorno, ha rassicurato e ribadito che lo Stato c’è. C’è e intende farsi carico dei problemi dei progetti delle quattro Regioni.

Una virata rispetto ai comportamenti standard. In genere la Pubblica Amministrazione si muove secondo procedure e tempi lunghi e laboriosi, assolutamente inadeguati rispetto alle esigenze attuali che sono caratterizzati invece da una velocità che aumenta sempre di più. E una protagonista molto importante nello sviluppo del Paese, non può certo permettersi il lusso di rimanere ferma, ma si deve dar da fare per ricercare e attuare soluzioni di impatto immediato.

Se poi a questi comportamenti dannosi ci aggiungiamo anche che ci sono settori pubblici che hanno il compito e il dovere di distribuire risorse economiche nel territorio, vigilare perché si usino bene e per progetti di valore, senza rimandarle indietro…quante volte lo abbiamo letto? Bè, allora la sfida si fa davvero ardua. E il Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività” 2007/2013 è pienamente dentro questo tema, con i suoi 6,2 miliardi di euro da destinare e erogare entro il 2015 al sostegno delle attività di ricerca e innovazione nelle Regioni dell’Obiettivo “Convergenza”, che sono Puglia, Calabria, Campania, Sicilia.

E Cobis da quel palco ha lanciato la sfida agli stakeholders presenti con uno slogan più volte rilanciato, recepito e apprezzato da tutti: “Ritardi. Zero”. Davvero una bella sfida, dal momento che il MIUR in questo momento ha in gestione circa 700 progetti, con un numero di soggetti coinvolti che sfiora il migliaio di unità, con risorse stanziate di circa 3 miliardi di euro (si aggiunga che da qui al dicembre 2015 saranno oggetto di controllo di spesa circa 24.000 rendiconti di spesa…) , e che ognuno di questi progetti richiede procedure di gestione e di controllo nella spesa particolarmente approfondite. Appare assolutamente evidente quindi di come la coniugazione qualità-velocità delle procedure rischia di rimanere una semplice chimera irrealizzabile, salvo decidere che occorre definire un approccio, anche culturale diverso rispetto al problema e provare a rendere realizzabile ciò che sembra solo un bel sogno”.

Da qui l’idea di aprire le porte e far entrare in relazione gli “attori” dei progetti: gli attuatori, gli esperti dei controlli, gli esperti tecnico-scientifici e gli istituti convenzionati ( quelli che pagano insomma).

Tutti intorno a un tavolo per una mezz’ora circa, rigidamente rispettata per dar modo a tutti di potersi incontrare. Duecentocinquanta tavoli in due giorni, relativi ad altrettanti progetti.

Il PONREC ha dunque deciso di affrontare con energia il tema dei ritardi delle procedure dei progetti in gestione e concentrare i suoi sforzi “su tutti gli elementi “interni” , quindi direttamente governabili perchè di propria competenza, definendo e avviando una serie di soluzioni organizzate in un quadro di insieme organico e razionale”.

L’entusiasmo dei partecipanti è alle stelle. Sul palco un megavideo con twitter in diretta ne dà la dimostrazione. Basta leggere alcuni messaggi:

“Alla fine di questa due giorni inizia un nuovo modo di fare PA” cinguetta Nicola Bianchi.

“Complimenti! Queste giornate avvicinano il cuore del paese: la PA e le imprese” scrive Valerio Valla.

Per Maurizio Carta il “MIUR ha trasformato una rituale riunione amministrativa in fertile meeting di lavoro molto operativo. Complimenti a tutti”.

E ancora: “ Dicono che Cobis e staff siano stati travolgenti” sottolinea Smartera sempre su Twitter.

“Una giornata indimenticabile” scrivono altri. Indimenticabile sì. Una giornata tanto proficua e importante che Fabrizio Cobis, insieme al direttore generale della Ricerca, Emanuele Fidora, la dedicano a Luciano Criscuoli, già direttore della ricerca. Una persona che tanto ha dato al Ministero.

Facciamo un bilancio di questa maratona di due giorni dr. Cobis?

“Il bilancio di questa manifestazione è senz’altro positivo: la partecipazione di tutti è stata di grande rilievo, non solo dal punto di vista numerico, ma soprattutto per quanto riguarda il contributo positivo che ognuno ha portato nell’analisi delle varie questioni nei singoli progetti e nella individuazione fattiva delle relative soluzioni. L’obiettivo era proprio quello di avviare un modo diverso e nuovo di fare “pubblica amministrazione” e direi che ci siamo riusciti”.

Su quel palco ha lanciato un sfida che rivoluzionerà in toto i comportamenti e il modo abituale di muoversi della Pubblica Amministrazione. Ci riuscirà?

“La sfida della manifestazione, come quella del documento Ritardi.Zero è altissima e coraggiosa: io stesso, pur credendoci fermamente, temevo un esito diverso. Invece, esco da questa avventura con la consapevolezza e con l’emozione che forse la strada tracciata è quella giusta. Ora, la responsabilità diventa enorme, perché dobbiamo produrre risultati concreti e immediati. Ma la carica, la convinzione, la voglia di partecipare e contribuire che ho visto negli occhi di tutti, mi tranquillizzano e mi rafforzano”.

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