L'Aquila Blog. Opinioni a confronto sui fatti che contanoLa meritocrazia all’amatriciana del M5S Abruzzo

Faide, complotti, favoritismi, tutti i trucchi più beceri della politica italiana: questa è la realtà del Movimento Cinque Stelle che sembra emergere in Abruzzo e altrove in Italia. Per parafrasare...


Faide, complotti, favoritismi, tutti i trucchi più beceri della politica italiana: questa è la realtà del Movimento Cinque Stelle che sembra emergere in Abruzzo e altrove in Italia. Per parafrasare uno slogan di Grillo, ‘l’onestà tra i grillini sembra già essere passata di moda’. Le denunce e le testimonianze in questo senso, piovono da tutte le regioni solo pochi giorni fa, La Repubblica segnalava in Emilia Romagna- dove si sta sperimentando la fantomatica piattaforma che dovrebbe dare finalmente inizio alla promessa ‘democrazia 2.0‘- una rivolta dei grillini infuriati perché senza spiegazioni «da dopo le elezioni, al portale del Movimento 5 Stelle non è più riuscito a iscriversi nessuno per votare».

In Abruzzo le cose sembrano andare anche peggio. Venerdì scorso, la denuncia è partita di Samanta Di Persio. Non un’attivista qualunque. La Di Persio, può vantare di avere due libri pubblicati dallo stesso Casaleggio e pubblicizzati sul Blog di Grillo. In una conferenza stampa indetta con altri attivisti, ha annunciato di abbandonare il M5S aquilano con accuse non da poco: «mancanza di trasparenza» e di «affermazioni violente, omofobe, sessiste, maschiliste fino al culmine di collaborazioni della senatrice Blundo tenute segrete». Alla faccia dell’onestà, della trasparenza e della meritocrazia che dovrebbero essere i capisaldi del Movimento. Anche la figura dei ben dieci coordinatori, due regionali e due per ognuna della quattro province, è stata messa ai voti sul web senza allegare alcun curriculum dei candidati. A chi ha protestato è stato risposto che non era possibile «per motivi d’urgenza», non c’era stato il tempo.

Effettivamente, in Abruzzo, la ‘democrazia 2.0’ professata da Grillo sembra rimanere un oscuro oggetto del desiderio. Un gruppo di attivisti che si autoproclama «più attivisti degli altri», personaggi legati direttamente ai Parlamentari abruzzesi del movimento, hanno cominciato a gestire le piazze virtuali di Internet in maniera diametralmente opposta dalle linee professate da Grillo. Prima hanno cominciato a sostenere il bisogno di una presenza reale sul territorio e rivendicare il bisogno di assemblee per ‘verificare’ di persona la purezza degli attivisti. Quindi hanno proposto di convocare le assemblee regionali itineranti per tutto l’Abruzzo di limitare alcune votazioni solo ai partecipanti di quelle assemblee. Una soluzione contraddittoria. Il M5S doveva abbattere i costi della politica grazie alla rete. Qualcuno ha fatto notare che solo persone alla ricerca di un rendiconto personale sarebbero state disponibili a viaggiare in lungo e largo per l’Abruzzo e a rimetterci tempo e denaro. A molti è nato il sospetto che fosse solo il metodo, tanto demenziale quanto diabolico, per eliminare eventuali dissidenti.

Come se non bastasse, anche il controllo tramite web auspicato da Grillo- ‘con un semplice click’ come ama semplificare lui- sui propri eletti affinché si comportino consequenzialmente ai quattro principi cardini del Movimento stesso, a sortito gli effetti esattamente opposti. Gli attivisti che hanno preso in mano la gestione dei forum e delle pagine ufficiali del M5S Abruzzo, secondo molte testimonianze, ‘con un semplice click’ hanno cominciato invece ad eliminare, uno ad uno, tutti i dissidenti o le persone che facevano domande scomode.

Uno degli epurati è il giornalista aquilano Fabio Sciarra che, dopo aver scoperto che le modalità di assunzione del portaborse dell’onorevole “cittadino” Gianluca Vacca non avevano rispettato i principi della meritocrazia e della trasparenza, è stato cacciato da tutti forum e dalla pagina facebook gestita proprio dall’assistente di Vacca. E chi conosce bene il portaborse maligna sul perchè Vacca si sarebbe ‘dimenticato’ di metterlo online. Ma, al momento, ancora non l’ha fatto.

L’assistente parlamentare è un incarico di fiducia, ogni parlamentare può scegliere liberamente il suo, e non ci sarebbe alcuno scandalo se lo stesso Grillo ieri, in un post, tornava a denunciare la Camera Oscura, riferendosi alla Camera dei Deputati dove rimangono oscuri ‘gli stipendi nominativi e il curriculum vitae dei dipendenti’. Il 15 marzo scorso, infatti, all’indomani delle elezioni, la Lombardo lanciò, via web, un invito aperto a tutti cittadini italiani a inviare i curriculum per cercare «persone pulite, trasparenti e oneste, competenti e volenterose» che volessero aiutare il movimento «a far uscire dal buio questo Paese». Non menzionava assolutamente gli “attivisti”. Insomma, gli assistenti parlamentari,- secondo il M5S- dovevano essere selezionati in maniera trasparente e non solo sulla fiducia dei politici. Per la gioia, 18 mila curriculum di cittadini italiani vennero spediti via mail agli uffici del M5S della Camera. Successivamente la Presidente della Camera, Boldrini, fu accusata pubblicamente dal M5S di fornire gli elenchi dei nominativi degli assistenti parlamentari della Camera, «violando ogni principio di garanzia e di trasparenza, erano carenti di qualsiasi informazione inerente dati anagrafici e curriculum professionali». Mentre 18mila cittadini stanno ancora aspettando di sapere chi, come e perché sia stato selezionato assistente dei Parlamentari M5S.

Secondo la sua testimonianza, Sciarra cercava di contribuire all’eterno dibattito sul regolamento che si era arenato sui criteri per le candidature, né più né meno di come accade in tutti partiti italiani, ha scoperto altre gravi indizi sul Movimento che pretende di garantire la ‘democrazia dal basso’, ‘uno vale uno’. Riguardo le candidature si è sentito rispondere con dei post dei supporter dell’onorevole Vacca che: «il nostro ‘gruppo’ regionale è pieno di ominicchi, spacconi e vocc’aperti di ogni tipo, oltre a tanta incompetenza e stupidità… alla fine le candidature verranno imposte ‘dall’alto’». Affermazioni condivise anche dall’attivista al quale è stato affidato il compito di stilare il regolamento e i criteri per le candidature.

Quando Sciarra ha provato a chiedere spiegazioni ulteriori, è stato immediatamente espulso dai forum e dalla pagina Facebook ufficiale del M5S Abruzzo con l’accusa di essere al servizio della ‘casta’ in quanto dipendente del Consiglio regionale dell’Abruzzo. Da notare che gli attivisti che hanno fatto quelle gravi affermazioni sono rimasti tutti al loro posto, evidentemente con il consenso di Vacca e del suo portaborse.

Prima di Sciarra, molti altri iscritti affermano di essere stati virtualmente espulsi, eliminati con un click. Per questo in Abruzzo continuano ha proliferare gruppi più o meno ufficiali del movimento aggiungendo caos al caos.

«Quando tra gli imbecilli ed i furbi si stabilisce una alleanza… il fascismo è alle porte», profetizzava Sciascia. E, da quello che sta emergendo, il panorama del M5S abruzzese, con la sua interpretazione di trasparenza e meritocrazia ‘all’amatriciana’, non è certo dei più rassicuranti.

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