Le telefonate gratis a disposizione di ogni deputato valgono 3098 € all’anno (260 € al mese), per i senatori invece si sale ancora fino ad arrivare circa a 6600 € (550 al mese).
In un anno ci costano 4 milioni di euro, in una legislatura 20 milioni.
Quasi sempre i contratti a cui aderiscono sono prestabiliti e molto più costosi di quelli che utilizziamo noi.
Se almeno aderissero alle offerte che le compagnie offrono al pubblico – contratti che variano dai 30 ai 69 euro al mese, i più cari comprendendo addirittura telefoni – si potrebbe risparmiare una cifra che oscilla dai 14 ai 18 milioni di euro per legislatura.
I cellulari con telefonate offerte da nostri portafogli non si limitano a Roma, li paghiamo anche ai consiglieri regionali (sono 1070), ai consiglieri provinciali delle 107 amministrazioni provinciali (di cui alcune, si spera, saranno abrogate) e addirittura a moltissimi consiglieri dei comuni.
Se in più pensiamo che non poche di queste telefonate costosissime vengono intercettate con altrettanto costose operazioni (sempre pagate da noi), poiché, oltre che scroccona, la nostra classe dirigente è anche piena di furfanti, è impossibile non sentirsi un po’ come se ci avessero appena buttato l’acqua bollente sulle scottature.