Sogni di meritoObama risponda all’Italia e UE come lo stato fa con noi

  Obama show: spionaggio, cimici, segreti, rapporti tesi che neanche nei film di James Bond. Aldilà dello scandalo enorme che in queste ora riempie tutte le emittenti e tutti i giornali, il "datag...

Obama show: spionaggio, cimici, segreti, rapporti tesi che neanche nei film di James Bond.

Aldilà dello scandalo enorme che in queste ora riempie tutte le emittenti e tutti i giornali, il “datagate” è solo l’ultima goccia che fa traboccare il vaso dell’era Obama, in cui il presidente è nato e cresciuto come simbolo del cambiamento e della tolleranza, ma che in questo ultimo periodo sta declinando sempre più verso un’ oscura ed inquietante personificazione del delirio di onnipotenza.

Delirio che si dirama nei tentacoli dei soprusi sui diritti delle persone e delle istituzioni, nonché sugli alleati stranieri.

Obama rappresenta la peggior deriva socialista che la patria mondiale della libertà abbia mai visto, i suoi scandali sono scatarri che sporcano l’individuo e polverizzano la sua privacy.

Ma è sempre stato difeso dai più per via di essere il “democratico Obama”, il presidente del cambiamento e dell’integrazione, il presidente che portava con sè la sconfitta del razzismo.

Credo che non essere razzisti significhi poter dire apertamente che il governo di Obama è stato disastroso economicamente nel suo primo mandato e indecente sui diritti e sulla libertà delle persone in questi primi mesi del secondo mandato.

L’America, rispetto all’Europa continentale, ha sempre perseguito la difesa della libertà personale come obiettivo cardine della sua esistenza.

Il dogma era sempre stato che non può esserci giustizia senza libertà.

Lo stato doveva essere arbitro invisibile e imparziale, a garanzia che la libertà dei cittadini fosse sacra. Non c’è mai stato, come lo è stato e lo è tuttora da noi, il culto di uno stato baby-sitter/badante, invadente ed autoritario giustificato dalla sua mission perequativa.

Gli stessi populismi e movimenti di protesta hanno storicamente avuto effetti e richieste diverse tra Europa continentale e America:

nel nostro continente spesso sfociano nelle richieste di più stato, sfociano in leaderismi autocratici;

in USA vanno verso richiesta di libertà e uguaglianze nelle cosiddette “condizioni di partenza” dove non lo stato ma le persone decidono, tramite merito, impegno e fortuna chi debba godere di più dalla vita e chi meno.

Obama ha provato a distruggere questo modello rischiando di trasformare gli USA in uno stato autoritario come l’Italia. Non ce l’avrebbe mai fatta, noi siamo troppo statalisti in tutti i sensi: nei fatti, nella mentalità e anche nella prospettiva futura. Perfino i nostri grandi imprenditori sono statalisti, in perenne ricerca dell’amicizia del potente, di sussidi pubblici, di appalti, anzichè richiedere tasse basse e burocrazia minima (in compenso lo urlano i nostri commercianti e i nostri piccoli e medi imprenditori).

Per questo vorrei che Obama, non tanto con le altre nazioni, ma almeno con la nostra, giustificasse la sua orribile attività di spionaggio con un

“Se non avete nulla da nascondere e fate i bravi, se non complottate contro gli USA, se non fate accordi con nazioni nemiche alla mia, non avete nulla da temere”. STOP.

Esattamente quello che ci sentiamo dire noi cittadini non liberi dal nostro stato Orwelliano.

Dove i piccoli imprenditori e commercianti sono spiati fino a dentro in bagno tramite le nuove dispozioni dell’Agenzia delle entrate di Befera.

Dove i magistrati possono intercettare e perseguire chi vogliono regalando ai giornali le intercettazioni ancor prima che i processi finiscano anche qualora non centrino nulla con i processi, rovinando vite a persone su cose per cui non sono indagati, sapendo di potere condannare senza dover mai pagare qualora commettessero palesi errori.

Dove i magistrati possono fare politica senza dimettersi e qualora non venissero eletti possono tornare a giudicare e indagare come nulla fosse unidirezionalmente, come se l’arbitro della partita di calcio del nostro figlio fosse il padre del capitano della squadra avversaria.

Dove la tassazione effettiva alle aziende è superiore al 70% e quella alle persone superiore al 50%, e nonostante queste rapine legalizzate i servizi che dovrebbero garantire l’uguaglianza sociale sono tra i più scadenti.

Dove lo stato centrale è onnipotente e il federalismo non esiste, non consentendo quindi ai cittadini di poter controllare al meglio come vengono spesi i loro denari e eliminando la questione dell’accountability della classe politica.

L’Italia, il paese che la libertà non l’ha mai vista e che non la richiede nemmeno sotto tortura, si meriterebbe davvero una risposta così dall’italianissimo presidente americano Obama.

twitter @gioviravetta

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