George è il nome del futuro re del Regno Unito (sempre che i tradizionalisti britannici non aboliscano la corona prima del turno del royal baby).
Ad onor del vero il nome completo è George Alexander Louis, non sia mai che un nobile abbia un nome solo.
Eppure, e non ho idea del perché, appena ho sentito che a sua futura altezza era stato affibbiato il nome di Giorgio, sono subito balzato in piedi dalla mia sedia esclamando:
“Per bacco! Ma qual lieto annuncio! Come il nostre re! HIP HIP URRA’!”.
Tralasciando i dettagliucci formali (tra i quali che non abbiamo una monarchia da quasi 70 anni) credo che Kate abbia fatto proprio bene ad onorare in questo chiaro modo il nostro sovrano morale.
Infatti così, Kate la furba e William il tenebroso hanno suggellato una forte alleanza con la penisola più bella del mondo.
Soprattutto in questo triste periodo per l’Europa dei burocrati, la quale, attanagliando sempre più i popoli del vecchio continente, aizza di giorno in giorno i movimenti euroscettici tanto quanto ci aizziamo noi contro il Cielo quando nel bel mezzo di una maratona di serie tv in streaming, ci accorgiamo che a 5 puntate dall’ultima non ci sono più link disponibili se non quelli che si caricano così lenti che faremmo prima a diplomarci in regia, trovare fondi di produzione e girare noi la fine del telefilm.
Tornando alle cose serie, l’asse “culla reale-Quirinale” è assai importante sia dal punto di vista diplomatico attuale, sia per una prospettiva più rosea di integrazione europea, intesa come diffusione di usi, costumi e gossip, dato che in questo decennio si è data priorità solamente alla moneta unica non integrando prima (o insieme) il sistema politico, quello fiscale e quello bancario.
Ora attendiamo l’invito al battesimo di Re Giorgio Napolitano.
E incrociamo le dita, da Bolzano ad Agrigento, che magari ci scappi anche che faccia il padrino!
Go King Giorgio, go!!!