Vi sono dibattiti tra cordate editoriali, giornalistiche, accademiche, filosofiche…tanto che non si sa mai bene come dividere la struttura dalla sovrastruttura, in molti casi. E poi la struttura non è solo nell’economico, o nell’appartenenza a una o all’altra cordata: c’è ancor più in profondità, tutto l’apparato autobiografico retrostante, lo sfondo spesso inconscio del transfert-controtransfert che si sedimenta nelle razionalizzazioni e nelle identificazioni proiettive che vi si agiscono. Il dispositivo non ha il carattere di nesso causale, ma è più un groviglio circolare. Insomma non c’è fuori testo. Il che non significa che nulla esiste al di fuori del testo, ma che il testo comprende sé e il suo limite: «La differeanza è una referenza e reciprocamente» [J. Derrida, Limited Inc., cit. in Simone Regazzoni, «Il nuovo realismo in decostruzione», AA.VV, Il nuovo realismo è un populismo, il melangolo, Genova 2013.] Era solo per segnalarvi un libro, (in figura), uscito di recente, che vale la pena leggere, magari insieme , per chi non lo avesse ancora fatto, con quello che ne costituisce il referente polemico. Se non fosse stato troppo «ad personam» – nello stile del pamphlet aggressivo- , ma avesse accettato maggiormente la sfida dell’argomentazione, sarebbe stato ancora più interessante.
2 Luglio 2013