Ricordate quel passaggio della bibbia in cui Dio dice : “sia la luce” al quale immancabilmente segue: “e la luce fu”?
Bene alcuni politici, affetti da quello che potremmo chiamare il “complesso di Dio” sono convinti che governo e legislatore possiedano prerogative divine, poiché possono tranquillamente dire, in una nuova legge o decreto, “sia la crescita” oppure “sia l’occupazione” ed ottenere il risultato desiderato in virtù del sacro potere divino delle tasse, che possono crescere all’infinito e comprare, grazie alla spesa pubblica le “magnifiche sorti e progressive” di leopardiana memoria: tanto i contribuenti produttori non sono altro che vacche da mungere prima e carne da macello poi.
E’ questo il caso del piano per il rilancio del credito sul quale sono recentemente circolate alcune indiscrezioni. Giulio Zanella su nfA spiega chiaramente perché non solo il piano è basato su presupposti fallaci, ma anche quanto pericolosamente riprenda alcuni tragici errori commessi oltreoceano che hanno portato alla crisi dei mutui subprime (in questa direzione anche questo comunicato).
Qual è l’errore di fondo di questo approccio e perché il piano oltre a non funzionare potrebbe causare danni significativi alla collettività Andiamo con ordine.
Con buona pace dei politici colti da delirio di onnipotenza non è possibile obbligare sistematicamente gli individui ad andare contro i loro interessi e qualunque nuova legge o provvedimento governativo dovrebbe tenere conto di questo profilo apparentemente ovvio.
Se il governo chiede ai cittadini tasse per il 90% percento di quel che producono, potrà ottenere una rivolta, oppure la disobbedienza (evasione/elusione) o l’emigrazione, ma non è pensabile che riesca a convincere (senza una coercizione di tipo dittatoriale) a rispettare delle regole tanto dannose per i loro interessi.
Cosa propone il nuovo piano del governo Letta per rilanciare il credito? Che se le banche non concedono prestiti si può dire per legge “erogate finanziamenti” e tutto va a posto. Lo strumento tecnico, ipotizzato dagli apprendisti stregoni è una garanzia pubblica (tramite Cassa Depositi e Prestiti) sulle obbligazioni emesse per finanziare i mutui. Un po’ come dire:
Care banche, prestate pure a chi volete, se i debiti non verranno onorati interverrà lo stato (ossia formalmente la CDP, ma di fatto il governo e in ultima istanza i contribuenti con le loro tasse).
In questo modo saranno accontentati:
- alcuni fortunati cittadini che potranno ottenere prestiti che, di fatto, non è obbligatorio rimborsare
- le banche, che invece di fare il loro mestiere selezionando impieghi con un profilo rischio/rendimento accettabile si limiteranno a distribuire ad amici e parenti i soldi dei contribuenti; per non dire della possibilità di rinviare la necessaria ricapitalizzazione e mantere l’assetto proprietarico con cui le fondazioni bancarie controllano il sistema
- i politici che nel breve termine potranno vantarsi di aver dato respiro all’economia e che saranno altrove quando si vedranno gli effetti delle pillole avvelenate
Non potendo esistere “pasti gratis” il conto di questa operazione verrà pagato da:
- i contribuenti ai quali c’è sempre meno da mungere che dovranno pagare tasse più alte
- privati e imprese sani e onesti che in presenza di un sistema creditizio funzionante otterrebbero credito a condizioni favorevoli, mentre qui dovranno contendersi l’erogazione discrezionale dei finanziamenti e competere con chi dispone di “incentivi extraeconomici” per ottenere credito dalle banche
- potenzialmente i fondi di investimento (e di conseguenza i loro clienti privati e imprese) che acquistano titoli formalmente a basso rischio, ma di fatto garantiti da attivi di qualità sempre inferiore, con la bomba a orologeria di una garanzia pubblica che presto o tardi potrebbe rivelarsi insufficiente/inefficace.
Capito l’errore di fondo e il meccanismo perverso, dove sta il disastro che gli apprendisti stregoni potrebbero causare in modo (forse) inconsapevole? In un film purtroppo già visto oltreoceano
- Le banche, private della responsabilità, prestano male i fondi che gestiscono (per incapacità, indolenza oppure per dolosa volontà di approfittare della situazione)
- I soldi prestati male non vengono restituiti
- Le garanzie pubbliche scattano = primo conto da pagare per i contribuenti
- Le garanzie non bastano e servono interventi straordinari = secondo conto da pagare per i contribuenti
- Il sistema creditizio si inceppa e non riesce ad assolvere alla sua naturale funzione = terzo conto da pagare (e si torna alla situazione attuale)
Qual è la morale della favola?
Non solo Letta non è dio, ma i suoi apostoli non sono capaci neanche di trarre le lezioni più immediate dalla storia recente.