Le prime volte che cominciai ad interessarmi al movimento di Bossi mi colpì un aspetto: le donne e gli uomini della Lega erano tutti immediatamente raggiungibili, nulla a che vedere con gli esponenti degli altri partiti che allora alle feste o in giro per i convegni arrivavano scortati ciascuno con la propria “banda” di fedelissimi, piccoli cerchi che proteggono il leaderino di turno da possibili contatti con altri invisi al gruppetto di yes men.
E’ passato più di un anno e mezzo dal Congresso Federale leghista e di acqua ne è passata sotto i ponti, ne è passata talmente tanta da arrivare, non più di qualche giorno fa, a leggere una bellissima intervista del Sindaco di Varese Attilio Fontana a La PreAlpina ”… pensavamo di non essere come gli altri e invece apparentemente è successo alla Lega quel che è successo agli altri …”.
Si legge Attilio Fontana e si pensa forse ora per la Lega può aprirsi una fase nuova … Bossi dal palco di una gremitissima festa di Arcore è applauditissimo dalla folla “ Che vi credete – dice Il Capo – voi siete tantissimi qua oggi solo perché non avete i soldi per andare in vacanza … ed è proprio questo il punto, il governo con i voti della sinistra la crisi non l’ha risolta. In Parlamento si fanno leggi sui diritti personali e contro l’omofobia come se oggi chiunque venisse menato non avesse i diritti per punire chi gli tira un cazzotto … però sulla crisi, a parte i benefici per il risparmio energetico, non c’è altro, il governo non ha fatto altro”.
Il Bossi di Arcore è lucidissimo, i militanti se ne accorgono, lo applaudono, lo chiamano, gli chiedono di andare avanti … la gente ad Arcore lo dice “è tornato come ai vecchi tempi”.
“La nostra priorità è abbassare le tasse alle imprese, basta con le tasse al nord, IMU compresa … dobbiamo riuscire a sostenere le nostre imprese sulla competizione dei mercati internazionali! Ed il Governo sino ad oggi ha fatto poco, Berlusconi sì ci ha provato in passato sulle questioni energetiche che sono fondamentali”
E ancora sull’immigrazione Bossi è chiaro sulla critica al governo “la Legge Bossi-Fini l ho fatta io, l ho fatta allora pensando al futuro e questo futuro è oggi, non va toccata. Non si rendono conto al governo, rischiano di creare disordini … qui non c’è lavoro”
Sul fronte interno Bossi dice che Maroni promette il congresso entro fine anno e aggiunge “non dobbiamo litigare serve una Lega unita e compatta perché vogliamo riunire i movimenti indipendentisti di tutta Europa ed incidere sulla moneta e l’economia di questa Europa, dobbiamo salvaguardare le economie dei popoli europei”.
Bossi racconta ma sul punto alcuni militanti presenti gli urlano “andiamo avanti Capo ma con i fatti, dov’è la Fondazione per l’Europa dei Popoli che è anni che ce lo dici?” Bossi risponde “mi auguro che Maroni voglia andare avanti nei fatti in questa direzione”.
In effetti fino ad oggi sul piano della riorganizzazione interna i segnali sono davvero pochini …
Il segretario provinciale varesino Matteo Bianchi, dopo la scoppola subita alle amministrative di primavera, pare indicare ora una visione organizzativa coerente con la linea politica e amministrava: sì alla fusione tra comuni e sì al conseguente accorpamento di sezioni. Certo resterà da capire come riequilibrare gli organismi dirigenti provinciali perché diversi sono i comuni sotto la sua giurisdizione che andranno al voto tra qualche mese, e il giovane segretario non può certo permettersi di non valorizzare tutte le varie anime: perdere altri comuni sarebbe inevitabilmente una sua sconfitta.
Nel frattempo Matteo Salvini sostanzia da tempo un percorso: lo fa prima assecondando il reintegro dei militanti espulsi, poi andando in giro ad aprire sezioni e sostenendo l’autonomia organizzativa della Lega a Milano, infine gestendo con buon senso i congressi locali avvenuti il mese appena passato.
E se Maroni si accorge che occorre dare più elasticità al palinsesto delle iniziative pubbliche d’autunno perché i risvolti politici possono cambiare da un momento all’altro, ancora confusa appare la solidità di una linea politica e il progetto organizzativo ad essa conseguente.
E l’ultimo campanello d’allarme è quello che è suonato proprio negli ultimi giorni … “non si può continuare a fare politica con la burocrazia. Non lo può fare nessuno, meno che meno la Lega Nord che predica da sempre semplificazione, coesione delle comunità locali e valorizzazione delle identità” si sfogano in diversi…
Non può essere che lo sparuto gruppo di espulsi che ancora manca da reintegrare in Lombardia venga lasciato in stand by perché i ricorsi vengono inviati alla miriade di organi interni preposti, tranne uno. E contemporaneamente in Veneto, il ben più ampio gruppo che pure ha fatto tutti i passaggi formali, ancora non trova alcun riscontro positivo.
E se qualcuno poi fonda un’associazione culturale per la promozione delle radici e tradizioni venete si bolla l’iniziativa più per orgoglio personale che per la sensatezza del progetto. Associazione che nasce proprio in una fase in cui i continui allarmi del Presidente Zaia sul processo di scomposizione della società e dell’assetto produttivo veneti, si fanno sempre più giustificati.
Qualcosa evidentemente ancora non torna e i casi sono due: o la Lega fece un errore madornale a nominare Roberto Calderoli Ministro della Semplificazione perché forse il pregio di semplificare e aiutare a risolvere i problemi, non è quello che gli appartiene di più; oppure l’immagine bellissima di Tosi che si ferma a parlare con tutti i presenti, con ogni singolo tavolo giorni fa alla Festa della Lega di Cervia, è falsa.
Perché come scrive Alberto Torazzi su FB “…Chi ha vissuto i primi 10 anni della Lega sa cosa voleva dire allora essere Leghisti … sa cosa ci univa … e sinceramente non riusciva ad accettare che un legame del genere venisse spezzato così…” .
E del resto fu proprio Umberto Bossi ai tempi del primo contrasto politico con Maroni, a decidere di riabitarlo pienamente. E oggi come allora Maroni si appresta a trascorrere le sue vacanze al mare mentre in Padania militanti sostenitori cittadini riempiono le feste della Lega con Bossi.