Capelli grigi, viso incavato e sorriso teso, da una parte all’altra della faccia. Marcello Mastroianni è seduto in riva ad una spiaggia, giacca e camicia, e parla affabilmente con il suo intervistatore: la telecamera non inquadra altri che lui. Tutta l’attenzione è catturata dalle sue parole, dalla sua voce – ancora ferma, nonostante l’età – e dai movimenti delle sue mani, a tratti tremanti e a tratti decisi, fluidi. Racconta la Napoli dei suoi tempi, quella che ha conosciuto lui, quella in cui – parole sue – avrebbe amato vivere. Non è il Mastroianni di Hollywood, quello al massimo del suo splendore, giovane e affascinante. È un Mastroianni più uomo; un Mastroianni che si confessa onestamente, un sorriso sempre pronto ed un’espressività unica, spontanea.
Mastroianni era della provincia di Frosinone, Lazio. Certamente, non era di Napoli. Eppure nella sua lunga carriera questa città riuscì a conquistarlo. «Napoli va presa come una città unica, molto intelligente. Napoli è troppo speciale quindi non la possono capire tutti», dice nel video. Ricorda con nostalgia l’accoglienza e il trattamento che ha sempre ricevuto; l’ospitalità per lo straniero e la praticità della gente. Fa un esempio, paragonando Napoli a Roma: «[…] in Via del Corso […], sentii dietro di me uno che fece “ammazza le rughe! Hai visto come si è invecchiato?” Detto forte, perché io potessi sentire. Non so se lo dicesse a una ragazza o a chi: “ammazza le rughe!” La stessa cosa mi è accaduta a Napoli. “Marcelli’, c simm fatt vecchiariell eh? ‘O vulit nu cafè?” La vedete la differenza?»
«La forza del napoletano – continua – è in questo: nel loro carattere, nella loro natura, nelle loro tradizioni.» Prende un respiro profondo, lascia vagare lo sguardo e per un momento le immagini di una Napoli luminosa, al chiaro dell’alba o del tramonto, si sovrappongono alla sua. Musica. E parte la nostalgia. Per chi non ha vissuto quel periodo, quello dei grandi film con Scola, Mastroianni e Troisi, capire che cosa Napoli abbia perso nel tempo è difficile – una vera impresa. Quanto sono cambiate le cose? Mastroianni, in questo video, dice che Napoli era la città meno americanizzata d’Europa. Sarà successo questo: si sarà americanizzata? La gente, come in Via del Corso a Roma, avrà cominciato a vagare senza meta, in blue jeans e scarpette, e a perdere il senso della realtà? Oppure il problema è un altro?
Ricordare il passato secondo qualcuno è inutile, non serve. Qualcun altro invece – e in questo sono d’accordo – suggerisce di tenerlo sempre a mente, come un metro di misura da usare all’occasione: col presente e con il futuro. Se la forza di Napoli e dei Napoletani sta, come diceva Mastroianni, nelle sue tradizioni, questo è il momento di riscoprirle. Per una città più amabile e sicuramente più amata. «Io amerei vivere su un pianeta tutto napoletano perché so che ci starei bene.»
(Video caricato da Angelo Forgione sul suo canale youtube.)
Twitter: @jan_novantuno