Pensiero liberoPer una Milano città della cultura

Io credo che di cultura ci si nutra, non come aveva negato banalmente un ministro della Repubblica italiana recentemente. Milano va rapidamente verso Expo, che sarà l’evento forte dei prossimi anni...

Io credo che di cultura ci si nutra, non come aveva negato banalmente un ministro della Repubblica italiana recentemente. Milano va rapidamente verso Expo, che sarà l’evento forte dei prossimi anni. Milano, però, oggi è soprattutto la città della moda, della finanza e dell’editoria. Dal punto di vista della cultura si può e si deve ancora fare molto. Ritengo che per continuare l’evento Expo si debba pensare alla metropoli meneghina come riferimento della cultura mondiale. Abbiamo la Scala, simbolo conosciuto in ogni parte del mondo, il Piccolo Teatro, siamo stati la patria di grandi artefici e creatori di cultura, da Paolo Grassi a Giorgio Strehler. L’effervescenza di creatività, che ancora è presente anche nei circuiti non omologati, ci fa ben pensare rispetto ad una proposta che possa nascere proprio dalle radici storiche del capoluogo ambrosiano. Dicevo prima, che bisogna preparare Expo e, soprattutto, bisogna far continuare Expo e, allora, mi vengono in mente alcune proposte. Un festival internazionale del teatro stabile, uno del teatro di strada, facilmente ambientabile in una Milano che dal punto di vista urbanistico si offre in maniera del tutto appetibile, un festival internazionale del jazz, già ospitato in passato, un festival di cabaret, partendo dalle esperienze del derby e di Zelig. Tutti questi eventi diventerebbero un volano costante economico per la città, portando migliaia di cittadini da tutto il mondo. Negli anni ’60, l’allora assessore alla cultura Paolo Pillitteri, diede la possibilità all’artista Christo, all’epoca sconosciuto ai più, di impacchettare tutti i monumenti della città, una provocazione che portò migliaia di visitatori. Ed eravamo negli anni ’60, pensiamo a cosa vorrebbe dire oggi. I soldi e le risorse per fare cultura, se è vero che mancano, è altrettanto vero che si possono trovare. Io credo che sia le grandi firme della moda, sia gli albergatori, come le associazioni importanti di categoria, possano aderire a iniziative di questo genere. Per fare una battuta: se lo chiedessimo oggi a Dolce & Gabbana credo sarebbero entusiasti di riappropriarsi del loro amore per Milano. Milano, così, diventerebbe la città della cultura. Inoltre, accanto a degli eventi di richiamo importanti, si deve essere capaci di dare libertà a coloro che vogliono esprimersi. mettendo a disposizione luoghi e spazi appropriati.

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