Il popolare sito di satira Spinoza.it è recentemente finito nell’occhio del ciclone, per un post titolato “Il pulmino Pio”. Molte battute ruotano intorno alla strage di Monteforte Irpino, il pullman di turisti precipitato da un viadotto dell’autostrada dove sono morte circa quaranta persone. Ne cito alcune: “I parenti delle vittime incontrano Letta. “Fatti forza, Enrico”; “(I napoletani sono talmente scossi dalla tragedia in Irpinia che osserveranno un minuto di cinture di sicurezza)”; “Davanti ai soccorritori uno scenario di devastazione e morte. Poi gli hanno spiegato che è così dal 1980”; “Irpinia, pullman di turisti precipita da un viadotto. Cristo era sceso a Eboli.”
Inevitabile la pioggia di polemiche. In molti non hanno gradito l’ironia intorno alla tragedia e le discussioni virtuali sono degenerate. Il sito si è difeso, spiegando che oggetto della satira non erano le vittime ma fenomeni collaterali alla vicenda come –ad esempio– la cattiva manutenzione. Altri hanno fatto presente che Spinoza, in altri casi, ha già fatto battute su altri fatti di cronaca (incidente di Santiago o attentato a Boston). Altri ancora hanno ricordato che Spinoza è un sito che fa satira su qualunque cosa perché “non esistono cose su cui non si possa scherzare”. In molti hanno difeso il sito liquidando le critiche come “moraliste” o “perbeniste”.
In conclusione, la satira è satira e quindi libera, libera anche di scandalizzare, perché ogni limite alla satira è un limite alla libertà.
Ma è veramente così?
La libertà, tutte le libertà, in realtà hanno dei limiti. L’antico e sempre attuale concetto illuminista della libertà ribadiva che questa finisce quando inizia quella degli altri. E’ in nome di questo concetto che la nostra civiltà, riconosce ad esempio, la libertà religiosa ma non la libertà di uccidere. Anche la libertà d’espressione è limitata. Siamo liberi di esprimere la nostra opinione ma non siamo –eticamente prima e legalmente poi- liberi di calunniare o diffamare il prossimo.
Qual è allora il limite della libertà di satira? Nessun limite rischia di essere pericoloso. Estremizzando il discorso, il prossimo che lancia banane alla Kyenge o la prossima curva ultras che espone striscioni come “La storia è sempre quella, sul petto vuoi una stella” potrà difendersi invocando il diritto di satira. “Stavamo solo scherzando!” e magari poi invocare anche la censura e prendersela anche con i moralisti che non capiscono l’ironia.
Un limite calato dall’alto o per via legale è ugualmente pericoloso perché invocando il “rispetto” si potrebbero giustificare censure contro la satira. E’ un serpente che si morde la coda perché a sua volta una satira politicamente corretta sarebbe una satira senza senso, svuotata di significato.
Forse l’unico verso limite alla satira può venire da chi fa satira. Non proseguire come panzer su qualunque cosa, per poi difendersi puerilmente dietro la libertà autoconcessa di fare qualunque cosa, che poi è la libertà dei bambini viziati. Usare un po’ di buon senso e riflettere se si può ridere su qualunque cosa o se, a volte, una battuta è meglio evitarla.