Asia Files2014, in Asia più miliardari che in Nord America

Prenotare un tavolo per 15mila dollari. Un giro di cocktail da 26mila dollari l'uno, con un diamante al posto dell'oliva. Poi via verso una nuova meta. Ammesso che non si rimanga intrappolati nel t...

Prenotare un tavolo per 15mila dollari. Un giro di cocktail da 26mila dollari l’uno, con un diamante al posto dell’oliva. Poi via verso una nuova meta. Ammesso che non si rimanga intrappolati nel traffico. Di Ferrari. Benvenuti a Singapore, la città più severa – per chi butta rifiuti sulla strada la multa può toccare i 1000 dollari – e, da quest’anno la più ricca del mondo.

Non è solo un’esagerazione. Singapore, scrive la rivista Forbes, è sempre più l’ “hub” per i super-ricchi del mondo. Oltre mille miliardi di patrimoni vengono gestiti nella città stato, in continuo e rapido aumento. Entro il 2020, rivela un rapporto di WealthInsight, a Singapore saranno depositati più capitali offshore che in Svizzera. Senza aggiungere che se il ritmo rimane lo stesso di quest’anno, entro il 2030, un singaporeano su venti sarà un multimilionario.

Un rapporto di Capgemini e Royal Bank of Canada pubblicato questa settimana rileva il successo di Singapore in cifre: la popolazione di High Net Worth Individuals (HNWI), ovvero di individui con un patrimonio globale netto che supera il milione di dollari, ha superato le 101mila persone – su una popolazione totale di poco più di 5milioni – con una ricchezza calcolata in 489 miliardi di dollari.

Il boom di ricchezza di Singapore è il caso forse più emblematico di un fenomeno più vasto: dalla città-stato del sudest asiatico a Pechino i miliardari asiatici sono sempre di più: oltre 300mila, si legge nel rapporto Capgemini-RBC.

Se Singapore è la patria dei nuovi ricchi asiatici, quasi tutti poco più che sessantenni e per lo più alti dirigenti di banche ed enti finanziari, il Giappone è il paese da cui ci si aspetta di più da qui al 2015. Anche se l’aumento del numero di miliardari qui è stata più lento che altrove in Asia, il Giappone rappresenta al momento la vera locomotiva della ricchezza in tutta l’area dell’Asia-Pacifico.

Merito, dicono gli analisti, della politica economica aggressiva del nuovo governo Abe che ha tentato di porre fine a più di un decennio di deflazione. Grazie al nuovo clima, i ricchi giapponesi, spiega il rapporto, “potrebbero decidere di investire di più all’estero”.

Anche in Cina da quest’anno ci sono più miliardari. Secondo quanto riportato dallo Hurun Report, che monitora la ricchezza in Cina, sarebbero 64, portando il totale a 315. Appena dieci anni fa, era zero.

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