(Caro) dott. Berlusconi (scusi, in questo momento “onorevole” e “cavaliere” mi sembrano esagerati, direi che “dottore” può andare bene), guardi che io la capisco, eh. Mi creda, anche se magari non sembra, io la capisco.
Ho giocato anche io a Risiko, sa? Anche io impazzivo di gioia al vedere i miei carri armati invadere tanti stati, e quando ne rimaneva qualcuno di un colore diverso non vedevo l’ora di conquistarlo.
Ma non solo, dott. Berlusconi: io la capisco anche come genitore. Anche io mi butterei nel fuoco per mia figlia, e fra l’altro lei ne ha ben più di una, e capisco perfettamente che voglia preparare un futuro sereno e spensierato per loro.
E le dirò, la capisco anche come imprenditore: non sono mai stata un’imprenditrice, ma posso capire il desiderio di tenere in vita tutto ciò che ha costruito, famiglie dei dipendenti comprese.
Ecco, non la capisco tanto nel suo ruolo di indagato/pregiudicato perché fortunatamente non ho mai avuto problemi con la legge, e sa, come molti milioni di Italiani sono dell’idea che se uno ha sbagliato debba pagare, ma vabbè, comprendo la sua paura.
Bene, quindi io la potrei anche capire, dott. Berlusconi, però lasci che le scriva due righe.
Lei sa che nella scuola di mia figlia non ci sono i fondi per sostituire una maestra che va in maternità?
Lei sa che nelle scuole elementari non ci sono abbastanza insegnanti di sostegno per quei bambini che non sono stati fortunati come i suoi figli e nipoti?
Lei sa che nel mio quartiere i ristoranti sono tutt’altro che pieni, e anzi, ci sono intere vie-fantasma, con file di vetrine con su scritto “affittasi” o “vendesi”?
Lei sa, vero, non può non saperlo, che tanti dei suoi elettori (ho parlato proprio oggi con uno di loro) sono esasperati dalle sue bizze, e si pentono di avervi votati?
Lei sa che anche suoi fedelissimi che proprio non sono mai stati ragazzacci ribelli come Alfano stanno dando evidenti segni di impazienza e si stanno definendo diversamente berslusconiani?
Lei sa che in questi 20 anni, al di là di ciò che non ha fatto per questo Paese, ci ha trasformati tutti in tifosi, e ora nessuno sa più cosa sia la destra e la sinistra, perché è sempre tutta una questione di tifo, e il tifo così esasperato è una malattia che sta facendo andare in cancrena l’Italia?
Lei sa che alla maggior parte degli Italiani dei suoi problemi con la giustizia non importa assolutamente nulla?
Ecco, allora, dottor Berlusconi, ci pensi. Pensi che bello sarebbe se lei in questo momento spiazzasse tutti e facesse il bel gesto. Pensi che meraviglia se si presentasse davanti alle telecamere e facesse un bel discorso intriso di melassa e lacrime: cari Italiani, ho deciso di uscire di scena, e lo faccio per i vostri figli. Lascio la mia eredità a Tizio Caio, perché costruisca una destra sana, intelligente e preparata perché l’Italia è il Paese che amo, e io vi amo, e sono disposto anche ad andare in prigione per Voi, perché Voi siete stati sempre il mio primo pensiero.
Dott. Berlusconi, ci pensi…Pensi a quanto clamore, pensi a quanto sarebbero spiazzati i suoi avversari, pensi ai libri di storia, che parlerebbero di un uomo che si è sacrificato per il Paese.
Guardi, anche se io non la amo particolarmente e non sono una sua elettrice, sono pronta a scriverle il discorso. Alcuni miei amici particolarmente simpatici mi prendono in giro perché scrivo post strappalacrime, e allora guardi, non le chiedo nemmeno un compenso: le scrivo un discorso alla Gramellini, un qualcosa che faccia anche spuntare una lacrima, e – le prometto – delle parole che alla fine la faranno sembrare pure più simpatico e onesto di quanto sia.
Dott. Berlusconi, ci pensi. Pensi ai suoi nipoti quando verranno interrogati dalla professoressa di storia, pensi a quanto potrebbero essere orgogliosi di un nonno così innamorato dell’Italia.
Dott. Berlusconi, ci pensi. E per favore, si faccia da parte al più presto.