Il settore bancario sloveno, a dispetto delle rassicurazioni del premier Alenka Bratušek e della fiducia accordata a Ljubljana dall’UE, non sembra passarsela troppo bene. A ottobre dovrebbe entrare in funzione la ‘bad bank’, tenuta ad assorbire i crediti non performanti delle banche più indebitate. Nel frattempo, i costi bancari sono aumentati. Così come le perdite.
Il quotidiano ‘Finance’ ha pubblicato un articolo (disponibile a questo indirizzo, in originale), firmato da Monika Weiss, che analizza la situazione disastrosa delle banche slovene nella prima metà del 2013.
Nel primo semestre del 2013 la perdita netta del settore bancario è stata di 215,6 milioni di euro. Nello stesso periodo del 2012, in pieno allarme finanziario, la perdita era stata ‘contenuta’ a 24,4 milioni. Da gennaio a luglio di quest’anno, gli utili finanziari sono diminuiti del 20,8%. Quelli non finanziari, invece, sono addirittura crollati: -42,1%. I costi totali sopportati dal settore, invece, sono aumentati di due punti percentuali.
«La pessima situazione in cui ci troviamo è principalmente dovuta al peggioramento dell’economia e alla crescente insolvenza da parte dei clienti degli istituti», sottolinea Weiss, che ammonisce: «questo trend non è più sostenibile dal nostro sistema finanziario».
Le cifre. Esaminando i conti nel dettaglio, si vede che gli utili complessivi del settore bancario sloveno, in questo primo semestre del 2013, ammontano a 575,4 milioni di euro. I costi, invece, sono lievitati da 797.4 milioni di euro (primo semestre del 2012) a 818.2 milioni. La perdita è di 242,8 milioni, ridotta a 215,6 milioni se si tiene conto degli aggiustamenti fiscali.
Le politiche di Ljubljana non sembrano avere avuto un impatto positivo sulle banche. Anzi. La situazione è peggiorata nel corso degli ultimi 12 mesi.
Patrimonio. Solo in giugno gli istituti hanno perso qualcosa come un miliardo di euro di patrimonio, su un totale di 44,9 miliardi complessivi. Anche il capitale delle banche è diminuito: da 3,73 a 3,53 miliardi di euro dalla fine del 2012.
Ma la vera nota dolente restano i mutui in sofferenza, ovvero quelli che – secondo l’articolo – vengono riscossi con più di 90 giorni di ritardo sulla scadenza. Il loro ammontare in un semestre è cresciuto complessivamente del 16,3%, per un totale che ora raggiunge la cifra di 7,5 miliardi di euro (erano 7 miliardi alla fine del 2012). Dal 20% del PIL sloveno, i mutui in sofferenza ora sono diventati il 22%.
Bad Bank? La ‘Bad Bank’, ovvero l’istituto a proprietà statale che dovrebbe occuparsi della liquidazione dei mutui in sofferenza, al fine di alleggerire le finanze del settore, e più volte indicata come ‘la sola soluzione’ per evitare il bailout, è stata rinviata di tre mesi quest’estate. E dovrebbe cominciare a funzionare ad ottobre. Per il governatore della banca centrale slovena, Boštjan Jazbec, «risolvere il problema del credito, comunque, sarà legato prima di tutto all’economia reale e alla ripresa»: la Bad Bank, da sola, può fare poco.