In questo Paese sciocchezzuole e bagatelle salgono agli onori della cronaca (e del chiacchiericcio) nazionale pressoché quotidianamente.
L’ultimo caso, in questo senso, riguarda la sfilata di costumi del marchio Pin up stars, che – ormai lo saprete – ha portato il nome del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, sulle terga di tre modelle, con lo slogan “We want Renzi” lanciato dall’astuto brand.
Oggi Marina Terragni sul suo blog di Io Donna scrive un post per prendere posizione contro l’accaduto. Negli intenti ha ragione: la campagna pubblicitaria, così come tante altre, svilisce il corpo femminile, e facendolo risulta abbastanza inopportuna. Il taglio che gli dà, tuttavia, è interessante:
Escludendo con certezza che Renzi abbia commissionato l’iniziativa, resta il fatto che il sindaco di Firenze risulta molto “inspiring” per un mondo e uno stile di vita che proprio di sinistrissima non è mai stato. Ma questo mondo che di sinistrissima non è mai stato tende tra l’altro, come si sa, a proporre un’immagine delle donne (very cul) che non ha corrispettivi nel resto del mondo occidentale. E se “vorremmo che cambiasse l’Italia”, forse si può cominciare proprio di qui, dal un maggiore rispetto per le donne e per il loro corpo.
Escludendo con certezza che la Terragni, scrivendo il suddetto articolo, abbia avuto più a cuore screditare un uomo che opporsi alla speculazione sul corpo della donna, c’è comunque bisogno di fare qualche precisazione.
Sicuro, Renzi piace molto a «un mondo e uno stile di vita che proprio di sinistrissima non è mai stato e tende a proporre un’immagine delle donne che non ha corrispettivi nel mondo occidentale». Ma io, fossi in lei, darei un’occhiata alle due immagini di seguito. E poi, forse, riformulerei.