Ieri c’è stato un dibattito virale in tutta la rete sul caso “Barilla-omofobo”.
Perfino campagne per boicottare i suoi prodotti.
Non avevo sentito la sua intervista, allora incredulo sono andato ad ascoltarla. Di solito diffido dalla rete nei casi come questo. Le notizie girano e si gonfiano e vengono storpiate ad un ritmo esponenziale rispetto a qualsiasi parrucchiere per pensionate di periferie.
Barilla ha detto forse “La mia pasta è esclusivamente per persone rette, bianche e ariane, non per quella merda dei froci che non devono nemmeno osare mangiare il mio prodotto”?.
Leggendo le reazioni pensavo avesse detto così. Ma ha detto altro. Anzi, l’opposto.
In un paese libero ognuno dice quello che vuole, se ciò che dice non offende, calunnia o diffama gli altri.
Barilla non ha offeso nessuno, non ha detto che fa discrezione sulle preferenze sessuali per la scelta dei suoi collaboratori e dipendenti, né tantomeno che il suo prodotto è fatto e messo in vendita solo per etero.
Conduce una politica di marketing e basta. Giusta o sbagliata?
Il mercato è bello perché anche se esistesse qualche idiota convinto che Barilla sia omofobo e abbia offeso qualcuno, può comprare altra pasta.
Di certo gli farebbe capire in modo più efficace di qualche sfogo su fb che un libero imprenditore non può fare le pubblicità che vuole ma deve rispondere al mercato.
Se continuerà a vendere, il mercato darà ragione a Barilla.
P.s. tristezza infinita, oltre che per i “barilla omofobo la tua pasta non la prendo più” anche gli opposti (che strano, in Italia non ci sono mai due opposti imbecilli che ragionano per partito preso! E’ proprio la prima volta!!) che sbandierano “io compro Barilla perché sono per la famiglia tradizionale, w mamma e w papà”.