«Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente», diceva Indro Montanelli. E lo diceva quando l’Italia era ad una svolta, politica ed economica; quando Università e cultura erano ancora, anche se a fatica, risorse. Figurarsi dirla – e sentirla – oggi mentre c’è la crisi, di idee e di economie; mentre le possibilità per i più giovani si riducono sempre di più, assottigliandosi con il passare del tempo. Vai a studiare, laureati, trovati un lavoro – si diceva una volta. E adesso? Adesso una laurea ti serve a poco, un lavoro non lo trovi – nel paradosso – nemmeno a pagare, e studiare non sembra – non sembra più – un’idea così allettante.
Pessimismo nero a parte, una soluzione, come accennavo sopra citando Montanelli, c’è: sta nel passato. Nelle – meglio ancora – tradizioni. E a Napoli, alla Casa delle Arti e dei Mestieri, si fa proprio questo. È un’eccezione rispetto alla regola del “non si fa; o se si fa, si fa male”. È una realtà viva, concreta, che alberga nel cuore del capoluogo partenopeo, e in cui vengono insegnate – proprio come suggerisce il nome – “le arti e i mestieri”: scultura presepiale, restuaro delle bambole (ricordate l’Ospedale?); liuteria, mosaico, disegno, pittura, arti plastiche, sartorie e falegnameria. L’obiettivo – si legge sul volantino – «è rinnovare e promuovere laboratori artigianali che mirano al recupero delle antiche tradizioni napoletane». A Pio Monte delle Misericordie, finanziato e gestito dall’omonima Istituzione, da A ruota libera e da Enel Cuore. La Casa delle Arti e dei Mestieri è una valida – validissima – risposta alla crisi: uno sguardo al passato, profondo e coscienzioso, per un futuro migliore. Come vivere il presente, ora, sta solo a noi.
Twitter: @jan_novantuno