Parlare con i limoniGrillo contro Scanzi e il Fatto. Fine di un amore?

Non c'è pace nel pianeta grillino. Dopo il caos sull'immigrazione clandestina, volano nuove frecce avvelenate nella giungla del Movimento Cinque Stelle. E nel mirino della guerriglia digitale finis...

Non c’è pace nel pianeta grillino. Dopo il caos sull’immigrazione clandestina, volano nuove frecce avvelenate nella giungla del Movimento Cinque Stelle. E nel mirino della guerriglia digitale finisce il Fatto Quotidiano, il giornale più vicino al M5S di chiunque altro.

Almeno tre gli attacchi sferrati contro la redazione di Travaglio & Co: il primo su Twitter quando Beppe Grillo accusa Andrea Scanzi di aver riferito il falso sulla candidatura di Casaleggio in Forza Italia (in realtà ha ragione Scanzi, Casaleggio era candidato con una lista civica collegata a Forza Italia ndr). Sulla stessa lunghezza d’onda, Paolo Becchi (il “giurista” del partito) che con elegenza twitta che Scanzi ha “rotto il cazzo”. E sempre questa mattina è comparso sul blog un post scritto da tal Tinazzi che attacca ancora più duramente: “Possente campagna sul Fatto Quotidiano, che ha sostituito l’Unità come organo del PD (menoelle, ndr), ricca di battute e insulti contro Beppe Grillo (nuovo leghista…) […] Con articoli di basso livello e mediocri ricchi di insulti, velate porcate e accuse di xenofobia, borghezio oriented e invito a mandare a fare in culo i garanti dell’M5S, nonchè sobillare i nostri senatori e deputati. Inutile linkare, potete andare a leggere sul loro sito. Sempre vero: meglio nemici diretti, che falsi amici.”

Nel giro di poche ore, dunque, il Fatto si è trasformato da “unico giornale obiettivo” a “organo del Pd”, che nella lingua grillica è uno degli insulti più pesanti possibili. Un giornale di falsi amici, di traditori, da non comprare mai più.

E’ evidente che i “garanti del M5S” (cit.) non abbiano gradito affatto le critiche mosse dai giornalisti del Fatto negli ultimi giorni, a cominciare dallo stesso Andrea Scanzi, scesi in campo in difesa dei senatori che hanno fatto approvare il famoso emendamento sull’immigrazione clandestina. Critiche che lo stesso Scanzi, ieri sera, ha ribadito ospite a “Otto e mezzo”. Critiche che in generale richiamano il ruolo di Grillo nel partito, che è passato da “portavoce” a “co-leader” che deve assumersi le sue responsabilità. Lasciare la villa di Sant’Ilario e venire a Roma a coordinare il lavoro dei suoi. E dopo aver letto Twitter, replica (con ironia spero) che pur rispettando il loro “rosicamento” sa di aver ragione. Arrivando finanche a paragonare Casaleggio ad un “D’Alema qualsiasi”.

E a placare l’ira dei garanti non è bastato -a quanto pare- neppure l’editoriale di Marco Travaglio, uscito prima dei post, che pur criticando (anche lui) il reato d’immigrazione clandestina e la scomunica piovuta dall’alto sui senatori pentastellati, arriva comunque a giustificare Grillo e Casaleggio “né razzisti né xenofobi, come s’è affrettata a scrivere la stampa di regime: semplicemente, essendo abituati al contatto con la gente, conoscono bene i sentimenti profondi e inconfessabili che animano milioni di italiani costretti a una vergognosa guerra tra poveri da una politica inetta e distante.

Mi dispiace cari Scanzi e Travaglio ma dovrete rassegnarvi: ormai siete “stampa di regime” anche voi. Benvenuti nel club!

twitter:@fabio_990

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