Fisco e sviluppoLa rovina di Alitalia? Sindacati e twitter liberisti

Alitalia brutti brutti, Governo cattivi cattivi, Air France belli belli, buoni buoni. Sintetizzando, questo il mainstream sulla vicenda Alitalia, ovvero sul prospettato intervento di Poste nella no...

Alitalia brutti brutti, Governo cattivi cattivi, Air France belli belli, buoni buoni. Sintetizzando, questo il mainstream sulla vicenda Alitalia, ovvero sul prospettato intervento di Poste nella nostra compagnia di bandiera.

Mettiamo la vicenda nella sua prospettiva “di business” che riguarda, mai dimenticarlo, il sistema produttivo e turistico nel suo complesso e quindi cifre da capogiro al cui confronto l’intero sforzo su Alitalia, 500 milioni di euro, è una nocciolina. E a proposito di noccioline facciamo una piccola escursione oltremanica. Il sindaco di Londra, Boris Johnson, liberale e liberista da Oxford, propone di investire oltre 40 miliardi di pound (circa 50 di euro) nella costruzione di un nuovo mega aereoporto poco fuori Londra, perché non ritiene Heathrow – hub di British Airways – adeguato. British punta i piedi perché vuole stare ad Heathrow e mettere in cantiere subito nuove piste; sa benissimo che la sua forza è un hub forte. Al sindaco di Londra non sfugge che una città (nel caso di Londra città nazione) connessa sia il più grande interesse strategico di una società moderna che vuole attrarre capitali, talenti e turisti.

Attraversiamo la manica. Nonostante le perdite miliardarie di questi ultimi anni, nessuno si è mai sognato né sulla stampa né nella politica di pensare di mollare la presa sulla compagnia di bandiera. Anzi la partita con Alitalia, sostenuta da tutto la classe dirigente francese, dimostra come a loro il traffico pregiato da e per l’Italia interessi tantissimo e mica per gentilezza ed eleganza ma per alimentare i loro hub: Parigi e Amsterdam. Insomma è solo una storia di Hub, il resto segue.

Se si esce dall’estetica (pessima) dell’intervento delle Poste e dalla sua modalità di comunicazione (sempre meglio delle prediche delle categorie protette e sussidiate dallo stato) le mosse del Governo non sono sbagliate, ma troppo timide. Quanto fatto attraverso Poste Italiane era l’unico modo per “forzare” Air France (ed i soci privati, a pensar male) a mettere sul piatto i soldi necessari per non far andare Alitalia in concordato e questo scenario avrebbe fatto finire senza esborsi, anzi con dote, il nostro traffico aereo ad Air France e ai suoi hub. Adesso, invece, i giochi sono aperti per negoziare la migliore alleanza, anche non con i francesi, nel caso, che garantisca al nostro Paese la migliore connessione point to point per business e turismo.

Il management di Alitalia dimostri adesso che non ha più soggezione dei sindacati e il governo non si faccia distrarre dai twitter-liberisti, che non spiegano mai bene cosa farebbero nel concreto e quali impatti questo avrebbe, perché quando si fa business si negozia e il nostro interesse nazionale non coincide con quello francese. Il governo tenga il punto, negozi al meglio, che con la retorica non si fanno i propri interessi.

Twitter: @actavecchio

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