Il defunto Giulio Andreotti è stato uno degli ultimi (o forse l’ultimo) conoscitore degli “arcana regni” d’Italia. Al pari del Cardinale Richelieu, autore tra le altre cose del celeberrimo aforisma: “saper ingannare è la conoscenza dei re” e nemico numero uno di D’Artagnan e dei tre moschettieri, Andreotti è stato un personaggio ambiguo, misterioso, molto spesso inquietante. Nessuno può però negare il suo spiccato senso dell’umorismo che il più delle volte culminava con acute massime che indubbiamente passeranno alla storia per acume e intelligenza. Uno degli aforismi più celebri e riusciti coniati dal divo – che lui stresso amava ripetere spesso – è indiscutibilmente: “a parlar male si fa peccato, ma di solito si indovina”.
Pertanto tutti i maligni che lo scorso 2 ottobre hanno pensato che il dietrofront di Silvio Berlusconi in merito alla fiducia concessa al governo Letta fosse in realtà una strategia ben congeniata volta ad ottenere un salvacondotto personale, sono stati accontentati. Dio li abbia in gloria ugualmente se hanno peccato, ma ci avevano visto benissimo.
Proprio oggi, infatti, il ministro delle Riforme, il saggio Gaetano Quagliariello – ospite del programma Faccia a Faccia andato in onda su Radio 24 – ha dichiarato: “Se ci sarà una legge su amnistia e indulto dovrà essere applicata a tutti i cittadini, Berlusconi compreso”; “penso – ha aggiunto il Ministro – che nessuno possa ritenere che una legge possa non essere applicata a un solo cittadino”.
A pronunciare le seguenti parole è stata una delle colombe più oltranziste all’interno del PDL. Non la pitonessa Santanchè né tantomeno il litigioso Brunetta.
In barba a tutti coloro che riponevano nelle “colombe pidielline” la fiducia nel riuscire a trasformare – o quanto meno a tentare di farlo – il partito azienda per antonomasia in un soggetto politico più moderato e democratico, più europeo. Uno schieramento che finalmente prendesse le distanze dalle beghe personali e dagli egoismi del suo padre fondatore, Silvio Berlusconi. Non solo i falchi dunque, adesso anche le colombe, kafkianamente, cambiano piumaggio, affilano gli artigli e ne approfittano per trarne qualche vantaggio: amnistia anche per il cavaliere.
Il problema del sovraffollamento delle carceri e della condizione di vita dei detenuti è un problema molto serio e come tale va trattato. Ancora una volta però si specula su questioni così delicate per riuscire ad ottenete benefici personali. Un ennesimo ricatto politico che non può e non deve passare inosservato.
Quagliariello sarà pure saggio. Noi di certo non siamo fessi.
14 Ottobre 2013