Mercato e LibertàL’Italia tra uno, tre e cinque decenni…

Tra dieci anni Dopo l’ennesimo decennio consecutivo di stagnazione economica, l’Italia è ormai superata per reddito pro capite da quasi tutta l’Europa, inclusa quella orientale. La spesa e il debit...

Tra dieci anni

Dopo l’ennesimo decennio consecutivo di stagnazione economica, l’Italia è ormai superata per reddito pro capite da quasi tutta l’Europa, inclusa quella orientale. La spesa e il debito pubblici sono cresciuti e con la scusa dei tagli (inesistenti) il livello di servizi è sceso ulteriormente. Il numero di giovani emigrati continua ad aumentare, soprattutto tra laureati. L’Italia, che già nel 2013 aveva quasi tutti i record negativi tra i paesi avanzati per qualità dell’amministrazione, della politica e dei servizi pubblici, ha accumulato nuovi trofei nel medagliere.

Sia per il mercato nero che per la ricchezza accumulata, il livello di vita rimane elevato, salvo per una decina di milioni di esclusi il cui numero è in crescita. Del resto i fattori non politici della qualità della vita, come il clima, la gastronomia e il patrimonio artistico rimangono a livelli eccelsi.

Tra trent’anni

Dopo altri due decenni di stagnazione l’Italia, ‘costretta’ alla svalutazione e tagliata fuori dai mercati finanziari, si regge in piedi soltanto pagando pensioni da fame a chi ha passato la vita a contribuire esosamente all’INPS. I giovani fuggono per trasferirsi all’estero, dopo che le finanze pubbliche hanno consumato gran parte della una volta notevole ricchezza delle famiglie italiane.

La povertà è sempre più diffusa e il patrimonio viene gradualmente svenduto per sopravvivere. Mercato nero, lavoro nero e contrabbando sono una parte fondamentale del PIL per sfuggire alle sanguisughe fiscali e avere un livello di vita decente.

Esiste solo la grande industria sovvenzionata perché nessuna grande azienda vuole investire in un paese senza giovani, con competitività ridicola, illegalità da record e servizi pubblici inadeguati. Le piccole aziende sopravvivono grazie all’illegalità, con tutto ciò che ciò comporta in termini di innovazione, investimenti, efficienza.

La compressione del surplus da sfruttare per comprare consensi produce una lotta fratricida tra gruppi di pressione: chi è più vicino allo Stato continua a vivere bene a spese altrui, ma il loro numero è in calo. Non potendo più comprare il consenso degli italiani con spesa e debito, astensionismo e populismo la fanno da maggiore.

Tra cinquant’anni

L’Italia diventa un problema per l’Europa per via dei profughi a basso livello di istruzione in fuga. Il livello di violenza rimane basso per via dell’elevata età media della popolazione, ma in aumento per l’elevato numero di esclusi dalla vita economica.

In tutto e per tutto, si potrà parlare di un failed state.

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