Apologia di SocrateLo spettro dell’ideologia

C’è uno spettro che si aggira per l’Italia*, un male incorporeo che ha danneggiato e danneggia il benessere collettivo forse più delle classi dirigenti fallimentari e della casta politica. E’ il fa...

C’è uno spettro che si aggira per l’Italia*,
un male incorporeo che ha danneggiato e danneggia il benessere collettivo forse più delle classi dirigenti fallimentari e della casta politica. E’ il fantasma del pregiudizio ideologico che trasforma quelli che potrebbero essere cittadini consapevoli in tifosi ottusi e autolesionisti al limite del masochismo.

Su un mio recente pezzo su Alitalia un commentatore asseriva che l’esito negativo della compagnia in mani private, nonostante le agevolazioni ricevute in partenza, dovrebbe essere di indicativo di una superiorità della gestione di stato alla quale tutto sommato è meglio ritornare. A parte l’incoerenza logica della posizione** è evidente che emerge un pregiudizio ideologico contrario al mercato, concepibile solo come sistema di clientele e salotti buoni che fa l’interesse dei soliti noti e ciecamente favorevole a uno stato la cui regia politica, che pure ha bruciato 4 miliardi in passato e ne mette sul piatto altri 75 milioni oggi riesce ad essere visto come il “meno peggio”.

Parlando di scuola, nonostante l’importanza che l’educazione rivesta in un mondo in cui l’occupazione e il successo professionale dipendono sempre più dal capitale umano accumulato , il dibattito, incluso il referendum di Bologna rimane su poli ideologici con una scuola pubblica bene nazionale da salvare a prescindere e una scuola privata sempre cattiva anche quando offre gli stessi risultati dell’altra e costa molto meno.

Il prevalere di questo approccio ideologico, che invece di guardare alla realtà dei fatti e agli interessi della collettività, si divide in guelfi e ghibellini potrà apparire a molti scontato e forse l’unico concepibile, tuttavia è alla base sopravvivenza del ceto parassitario e incapace che ha condotto il nostro paese nella situazione in cui si trova oggi.
Solo con la cecità del tifoso e con i paraocchi dell’ideologia è possibile spiegare la longevità del duopolio PD-PDL (nelle denominazioni più recenti), che tra finte contrapposizioni del passato e governissimi del presente ha avuto e ha ancora a cuore esclusivamente la propria autoconservazione e anche questa persegue con ottica miope di breve termine senza apparentemente comprendere che se continua ad ammalarsi l’ospite prima o poi ne risentiranno anche i parassiti.

Il signore con la B che continua a prendere milioni di voti (meno che in passato, ma sono sempre milioni) non si è limitato a promettere riduzioni delle imposte e liberalizzazioni di cui non abbiamo visto neanche l’ombra, ci ha fatto conoscere nel mondo come quel paese dove la maggioranza in parlamento crede alla nipote di Mubarak eppure c’è ancora gente convinta che possa essere il meno peggio.

I suoi sedicenti antagonisti (oggi alleati di governo), troppo occupati dalle lotte intestine incentrate sull’ombelico di questo o quel gerarca di partito e dei suoi accoliti si sono ben guardati dal fare qualsiasi tentativo nella direzione di normalizzare il paese sotto i profili della legislazione sul conflitto di interesse, sulle posizioni dominanti nei mass-media o anche solo lontanamente per cercare di tutelare gli interessi dei cittadini più deboli questo per non parlare di talune gestioni “locali” come quella del Monte dei Paschi di Siena.

Lo spettro dell’ideologia offusca la visuale degli italiani e gli impedisce di vedere come sotto le apparenti e puramente fittizie distinzioni ideologiche, si celi da decenni una comunione d’intenti volta a preservare il più possibile lo status privilegiato dei propri membri e dei propri accoliti e assolutamente disinteressata delle condizioni in cui versa il ceto produttivo del paese, che pure generosamente gli fornisce di che vivere.

*a dire il vero, in una certa misura, anche per l’Europa e per il mondo intero
**se alcuni imprenditori privati si sono dimostrati incapaci, non vuol certo dire che tutti gli imprenditori privati sono incapaci, men che meno si può dire che il meccanismo di mercato abbia fallito, posto che non è mai stato messo alla prova: Alitalia non è fallita e non si è lasciato operare liberamente imprese e banche interessate a non perdere i propri fondi e possibilmente a guadagnare.

@massimofamularo

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