Avrei potuto benissimo scrivere lo stesso articolo che ho scritto decine di altre volte. Uno per ogni occasione in cui il Presidente della Repubblica ci propina questa spataffiata sulle carceri, seguite da un 48 ore di indignazione, poi sapete che c’è? Sti gran cazzi.
Avrei potuto, dicevo, scrivere il mio bell’articolo dove vi dico che nelle galere italiane ci sono 45.000 posti e quasi 70.000 persone, che in quelle messe peggio il sovraffollamento è al 500%, che lo spazio per persona è la metà di quello previsto per legge per i maiali, che il 40% di quelli che ci dormono stanotte non ha una condanna definitiva e il 15% nemmeno quella di primo grado, che chi sconta l’intera pena in galera ha un tasso di recidiva del 70%.
Se lo sarebbero letto come al solito mia madre e la mia ragazza e sarebbero state molto ma molto fiere di me. Il mio migliore amico avrebbe sostenuto di averlo letto, ma in realtà quando mai.
Quindi ho deciso di scrivervi quest’altro articolo, in cui vi dico che a me nel tempo libero piace giocare al computer, realizzare video in cui assaggio cibi improbabili e insegnare pallacanestro ai giovani detenuti del carcere di San Vittore, a Milano. Ho imparato due o tre cose che potrebbero convincervi che con amnistia e riforma della giustizia non è che ci guadagnino i delinquenti, che a sto giro gliela diamo buona, ma ci guadagnate voi.
Ecco perché:
1. uno che finisce in carcere perché spacciava erba per strada ai pischelletti o magari anche a voi, che ogni tanto una bomba ve la fate, 1 volta su 4 ci rimane abbastanza a lungo per diventare amico di uno che spaccia(va) coca. E BAM! Entri spacciatore ed esci spacciatore, ma peggio, così se quel tipo prima di entrare a tuo figlio gli avrebbe venduto il fumo, ora proverà a spingergli la bamba, un affarone;
2. lo stesso vale per ogni altro tipo di crimine minore. Non ci sono spazi e risorse per fare rieducazione seria, per cui al momento per i piccoli delinquenti un anno di galera è un MBA full intensive in cui imparano a compiere reati più gravi, più remunerativi e più dannosi per voi, jackpot;
3. un ragazzetto che viene pizzicato a fare una stronzata entra bello pulito ed esce con la fedina penale sporca. Aveva poca voglia e poche opportunità di trovare lavoro prima, figuratevi dopo: “Salve, sono Christian, ho la terza media, vengo dalla Romania e sono appena uscito dalla gattabuia, lei muore dalla voglia di offrirmi un lavoro, vero?”
Se l’è cercata, direte. Vero. Però indovinate cosa ricomincerà a fare Christian? Esatto. Delinquere, a danno vostro ovviamente;
4. tutti quei film che avete visto sono veri, in galera ci sono le gang etniche, questo sempre perché mancano le risorse per prevenirlo e per fare rieducazione seria. Un immigrato che passa un paio d’anni in carcere impara ad odiare gli altri immigrati e ad odiare gli Italiani. Uscirà meno integrato di prima e questo oltre a danneggiare lui, danneggerà anche voi;
5. Meno del 25% dei carcerati lavora. Questo significa che tutti gli altri non imparano un mestiere e che non percepiscono un reddito, quindi vitto e alloggio indovinate chi glielo paga? Si, voi.
Davvero un bel mucchio di ottime ragioni per tenersi le carceri esattamente così come sono, giusto? Sbagliato.
“Ma se facciamo l’amnistia e li mandiamo tutti a casa cosa cambia?”
Nulla. Se facciamo solo l’amnistia non cambierà proprio nulla. D’altronde diverse tra le cose migliori al mondo, da sole, fanno cacare, come ad esempio Miley Cyrus senza Photoshop, Fergie senza i Black Eyed Peas (e Photoshop), Joey senza il cast di Friends, Spielberg senza i dinosauri e così discorrendo.
L’amnistia serve a dare respiro ad un sistema giudiziario con oltre 9 milioni di processi in arretrato. Serve a dare spazi ed infrastrutture di nuovo agibili alle carceri, che possono usarle per svolgere le attività che dovrebbero essere il fulcro dell’istituzione stessa: insegnare, educare al lavoro, alla convivenza civile.
Ma è essenziale fare anche una mastodontica riforma della giustizia e del sistema carcerario, che impedisca che si ritorni nel giro di pochi mesi esattamente al punto di partenza. Parliamo di decriminalizzare, virare sulle misure alternative, usare con parsimonia la custodia cautelare. C’era un tipo che diceva di volerle fare queste cosa qua, ma di quello non si fida più nessuno. Poi ci sono tutti gli altri tipi, ma quelli mi pare non ne abbiano mai parlato.
E poi ci sono i Radicali.
Ops, l’ho detto.