Non riesco a non pensare alla tua piccola manina chiusa in quella della mamma. Una stretta piena di fiducia e amore. Tu e la mamma. Non ci può essere più sicurezza e tranquillità quando sei piccolo e procedi accanto a lei. Stretto a lei, che ti guida con affetto e amore mentre tu cammini fiero e protetto, guardandoti intorno.
Sarà stato così anche quella sera. Chissà quante volte avrete attraversato quella strada, mano nella mano. Certo tu non potevi sapere, non potevi immaginare che oltrepassare quelle corsie veloci avrebbe potuto rappresentare dei pericoli. Tu eri nella mano della tua mamma, e questo bastava.
Che non bastasse più quella stretta a difenderti da tutto, forse l’hai capito quando quei fari troppo vicini vi hanno separato e hai sentito l’urlo della mamma che ti chiamava per l’ultima volta.
E dopo solo silenzio. Pioggia e buio. Chissà cosa avrai pensato quando sei rimasto lì da solo, abbandonato da noi tutti. Avrai chiamato la tua mamma, avrai cercato ancora la sua mano per farti proteggere….senza trovarla. E nessun’ altra.
Scusaci Yassè, se non siamo riusciti a riportati a casa, al riparo dal buio e dalla pioggia e ti abbiamo lasciato lì in un angolo nascosto, per tanto, troppo tempo.
E scusaci se non ti abbiamo accompagnato nel percorso della tua vita, nel momento in cui ne avevi più bisogno.
Sai piccolo … a volte gli adulti sbagliano, anche se non dovrebbero farlo, soprattutto quando c’è una manina chiusa che chiede protezione e sicurezza e si fida e si affida all’altra…
Ed è a quella manina che penso. A quella manina vuota, aperta e indifesa lì al buio senza che nessuno l’accarezzi e coccoli. Senza che nessuno intrecci tra le sue quelle piccole dita. Lì nel silenzio.
Perdonaci piccolo se non siamo riusciti a proteggerti. Perdonaci