Minima LetterariaQuelli che il razzismo è una brutta cosa

In questi giorni impazza la polemica sui morti di Lampedusa, su una Bossi-Fini che è tutta sbagliata, su un reato di immigrazione clandestina che non sta né in cielo né in terra. In questi giorni ...

In questi giorni impazza la polemica sui morti di Lampedusa, su una Bossi-Fini che è tutta sbagliata, su un reato di immigrazione clandestina che non sta né in cielo né in terra.

In questi giorni il buonismo imperante, ma quello patetico però, quello coloniale (non so se ha un altro nome) racconta “una bella storia” quella del giovin negretto (mi scuso mi scuso mi scuso con Rachid che non conosco e con cui mi complimento) che di giorno vendeva accendini e fazzoletti e la sera studiava ingegneria, fino a laurearsi. Ecco, il fatto che ci sia uno studente lavoratore negretto che si laurea è una notizia, una “bella storia”. Mi viene la nausea.

Il nostro giovanotto, dovrebbe essere semplicemente uno (come tanti del resto) che si è tirato su le maniche e ha lavorato per pagarsi gli studi (o per contribuire al pagamento degli studi). Io ho laureato 10 ottimi studenti una decina di giorni fa. Tutti hanno lavorato per pagarsi gli studi, ma non c’era nemmeno un giornalista di testata nazionale ad intervistarli dopo, eran tutti bianchi, si vede che era per quello, si vede che la loro era una laurea normale, non una “bella storia”.

Loro, esattamente come Rachid, sono giovani in gamba che si sono dati da fare e hanno ottenuto un risultato importante.

Caro il mio perbenista, non sto parlando di favoritismi nei confronti dei cosiddetti immigrati, che in questi giorni son di moda; ti sto dicendo che finché la notizia è che il negretto (Rachid perdonami! Ovviamente non ce l’ho con te) si laurea, ce la fa, e tutti noi bianchi occidentali con la pancia piena siamo contenti di averlo un po’ “aiutato”, beh, la Bossi-Fini ce l’abbiamo dentro.

Ce l’abbiamo dentro perché un conto è essere buoni e perbene, un conto è considerare le persone per quello che fanno e per quello che sono e non per il colore della pelle o il luogo da cui vengono.
Se siamo solo buoni o perbene succede che se cambiano le condizioni ti cambia anche la bontà e il negretto (mica Rachid, povero, tutti gli “altri”) è meglio che se ne torni da dove è venuto. E’ meglio che se ne stia buono. Insomma come il padrone che è buono e gli schiavi li tratta bene, ma il padrone è sempre lui.

Quindi meglio cattivi e cinici che buoni e perbenisti che in un caso le persone son persone e tanto fa, nel secondo ci son le persone e quelli che bisogna aiutarli poverini.
Finché dura.

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