Se questa è scienzaSalviamo la ricerca biomedica

Non vi parlerò oggi della sperimentazione animale, non, perlomeno, delle questioni etiche e scientifiche. E' un argomento molto delicato che affronteremo più avanti in varie occasioni. Oggi mi li...

Non vi parlerò oggi della sperimentazione animale, non, perlomeno, delle questioni etiche e scientifiche.

E’ un argomento molto delicato che affronteremo più avanti in varie occasioni.

Oggi mi limito a ricordare i rischi di alcuni emendamenti animalisti (ma che definirei più che altro insensati) proposti qualche mesi fa da alcuni gruppi parlamentari e che sono stati recentemente votati sia al Senato che alla Camera.

Se questi emendamenti dovessero venir approvati in via definitiva dovremmo rinunciare all’utilizzo di animali per gli xenotrapianti e limitare fortemente le ricerche sulle sostanze d’abuso e gran parte delle esercitazioni didattiche nelle università. Saremmo obbligati a effettuare anestesie su animali anche per semplici prelievi e non potremmo più allevare più cani, gatti e primati in Italia destinati alla sperimentazione, ma saremmo costretti a importarli da paesi esteri, probabilmente meno attenti di noi alle condizioni di salute degli animali stessi.

Molte associazioni scientifiche si sono schierate contro questi provvedimenti che rischiano seriamente di compromettere la ricerca biomedica in Italia. Tra queste Pro-Test Italia, associazione che si batte per una corretta informazione scientifica in ambito di ricerca biomedica, ha organizzato una manifestazione a Roma il 19 Settembre (dov’ero presente) per ribadire la contrarietà a questi emendamenti e spingere la politica a fare un passo indietro e consultare la comunità scientifica prima di prendere decisioni importanti e definitive su temi scientifici.

Da qualche giorno, inoltre, sta girando in rete un appello intitolato “Salva la sperimentazione animale” che ha già superato in pochissimo tempo le 9000 firme e che vi invito a visionare (e firmare!).

Speriamo che, almeno questa volta, il parere degli scienziati e di coloro ai quali sta a cuore la ricerca venga ascoltato.

Perchè a rimetterci è l’Italia intera: i ricercatori, i malati e i cittadini di domani.

Federico Baglioni

@FedeBaglioni88

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