Molti anni fa Benito Mussolini disse che gli italiani erano un popoli di santi, di artisti e di navigatori. Prescindiamo dai santi e dagli artisti per concentrarci sui navigatori e sulla figura del navigatore più recente che le cronache ci tramandano: Francesco Schettino comandante della nave Concordia. Egli durante il naufragio provocato da lui stesso, scivolò, come ebbe a dire e cadde all’interno di una scialuppa di salvataggio lasciando più di un terzo dei passeggeri ancora a bordo e fortemente indaffarati a salvare la pelle. Giunto a terra da lì diresse le operazioni di salvataggio e il risultato fu di 33 morti.
Appare improvvisamente oggi al processo la figura di una passeggera non registrata: la ballerina moldava Domnica Cemortan presente in plancia, insieme ad alcune bottiglie di champagne, che dichiara di avere avuto una relazione con Schettino. Lungi da noi avere ogni atteggiamento moralistico sui fatti anche se non si possono sconnettere in nessun modo con l’incidente e con i 33 disgraziati che vi anno perso la vita. Ma tutto questo non si può negare dia a queste crociere delle Costa un carattere speciale di libertà sociosessuale che è poi la ragione del loro successo. Quante fossero le coppie irregolari sulla nave non è possibile dirlo ma certamente le fughe improvvise di molti passeggeri dopo il naufragio danno l’idea che l’irregolarità matrimoniale, se non proprio una regola, fosse una caratteristica della crociera, per altro fatta in tardo autunno, quasi tutta in sotto coperta e che si esauriva in feste, pranzi e acquisti tax free, trascurando il turismo tradizionale.
Immagine questa non priva di un suo significato allegorico riferito a tutto il Paese e al comandante Berlusconi anche lui in fase di naufragio con una plancia ingombra di bottiglie di champagne. Devo dire che seguo con scarsa attenzione le notizie della sua decadenza, nel senso più complessivo della parola ma mi pare che la cifra più adatta per definirla non possa essere che la stupidità perché si è votato da solo e addirittura con entusiasmo, la legge che rappresenta il suo “trappolone” dove è caduto come un elefante invecchiato. La legge Severino cioè il Decreto Legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 è una legge giustizialista che si sostituisce ai giudici nel definire l’interdizione politica ( probabilmente, se ci fosse stata allora neppure Turati avrebbe potuto essere rieletto alle camere) ma è una legge regolarmente votata e firmata dal Presidente della Repubblica. Va applicata. Che fosse un trappolone lo dimostra il fatto che immediatamente dopo la sua approvazione, all’unanimità e assai rapida, la Corte d’appello di Milano ha velocizzato la causa Berlusconi e la corte di cassazione addirittura la ha esaminata in “sede feriale” per non far cadere in prescrizione una parte della condanna. Ora, il tumulto delle folle pidielline corrisponde all’ipocritamente austero comportamento del PD e a nessuno sfugge che con questa decadenza si esaurirà in termini più brevi che lunghi la vicenda politica del cavalier Berlusconi e dei suoi urlanti sostenitori guidati da lui per vent’anni all’assalto verso il nulla. Ma dietro a questo non può invece sfuggire la lotta sorda che vive dietro ai due schieramenti politici: da una parte Renzi che lotta non tanto per diventare il segretario del Pd ma il leader incontrastato del partito e a questo scopo, deve diventare anche premier cioè eliminare Letta che si difende dietro le spalle del presidente della Repubblica che cercherà in tutti i modi di non sciogliere le camere. D’altra parte, nello schieramento di destra, Angelino Alfano deve prendere il posto di Berlusconi evitando lo scoglio della figliola Marina, che peraltro non sembra ansiosa di gettarsi nell’agitato mondo della politica ma più di mantenere il controllo sul patrimonio del cavaliere. Angelino non deve essere troppo “falco” per non perdere completamente il rapporto con la base degli urlanti ultra gelosi della posizione che si è ritagliato però deve essere determinato perché se non tiene un numero sufficiente di parlamentari che garantiscano la maggioranza al governo, rischia nuove elezioni e il triste epilogo di Fini.
Questa, insomma, a me pare la vera essenza di una storia tormentata di alternanze di leadership che avviene, proprio come in una crociera, tra il botto dei tappi di champagne e l’apparizione di belle moldave sedicenti ballerine. Tutto tiene? No, affatto. Tutto si sta disgregando dietro a interessi altrettanto miserabili quanto importanti come avviene per la nave Concordia dove costa più il riportarla a galla che farne una nuova e i miliardi di euro corrono come le palline della roulette. La roulette del governo e delle alternanze alla sua guida ma è sempre meglio stare male piuttosto che star peggio.