Magra consolazione per il Presidente Gianni Chiodi. Secondo l‘ultimo rapporto Svimez 2013, presentato oggi a Roma, la regione Abruzzo può vantare di essere prima tra le ultime, nel quadro drammatico delle regioni del sud Italia.
Il PIL della regione Abruzzo, secondo i dati Svimez, è calato del 3,6%, mentre l’export è calato del 4,8%. Dati drammatici ma, per intenderci, certamente migliori del resto del sud Italia.
Il tasso di disoccupazione ufficiale in Abruzzo è del 10,8%. Il 29% degli abruzzesi laureati è fuggito all’estero. Mentre la disoccupazione giovanile (entro i 24 anni) è del 33%. Il 16,5% della famiglie abruzzesi è sotto il tasso di povertà relativa. Malgrado questi dati, la nostra regione fa registrare ancora il tasso più alto di occupazione: il 56,8% in età 15-64 contro la media del 43,8% delle regioni del Mezzogiorno. E sempre nel sud, la regione con il Pil pro capite più elevato è proprio l’Abruzzo (21.244 euro). Seguono il Molise (19.845), la Sardegna (19.344), la Basilicata (17.647 euro), la Puglia (17.246), la Sicilia (16.546) e la Campania (16.462). La regione più povera è la Calabria, con 16.460 euro. In generale, comunque, Abruzzo, Sardegna e Molise registrano valori dell’indicatore superiori alla media nazionale. Che non è affatto una media brillante.
A livello regionale, cala l’occupazione agricola in Abruzzo (-23,8%), Molise (-7%), Basilicata (-6,4%), Calabria (-5,6%). Segno negativo per l’industria in tutte le regioni del Sud, a eccezione dell’Abruzzo (+3,9%), con le punte della Sardegna (-11%), della Sicilia (-6,9%) e del Molise (-5,6%).
In valori assoluti, nel 2012, rispetto al 2011, il Sud ha perso oltre 4mila posti di lavoro in agricoltura, 42.800 nell’industria e ha registrato un incremento di 11.600 unità nei servizi.
Cosa dice la SVIMEZ
“Nel generale “impoverimento” delle condizioni del mondo del lavoro, sono soprattutto i giovani che continuano a pagare gli effetti della crisi. Per favorire il processo di transizione scuola-lavoro occorrerebbe adottare un sistema di istruzione duale, che unisca la formazione professionale all’istruzione generica di base; garantire un forte collegamento tra scuola secondaria e sistema delle imprese; fornire servizi di job placement; favorire iniziative di orientamento all’imprenditorialità.
Riguardo alla povertà, gli obiettivi di crescita economica ed equità non sembrano in collisione, ma anzi in mutuo supporto. Tuttavia l’insufficiente sostegno ai carichi familiari, il disegno individualistico dell’imposta sui redditi, l’assenza di una misura specifica di lotta alla povertà e di ammortizzatori sociali contro la disoccupazione rivelano lo scarso orientamento redistributivo del sistema di tasse e benefici. Rispetto al reddito di cittadinanza, che prevede una detrazione di importo uguale per tutti i cittadini, una proposta di “minimo vitale” dovrebbe concentrarsi sulle famiglie povere o a rischio.
Anche l’analisi dell’indicatore di benessere, nel rilevare il divario molto ampio tra le due ripartizioni in termini di salute, istruzione, sicurezza, ricerca e innovazione, segnala la necessità di orientare maggiormente in questo senso politiche pubbliche di riduzione dei divari.”
In questo senso possono giocare un ruolo fondamentale per lo sviluppo la creazione nel Sud di filiere territoriali logistiche, FTL, un insieme di attività commerciali e logistiche adiacenti a un porto, che importano via mare materie prime e semilavorati, li lavorano e li esportano, creando valore aggiunto, crescita e occupazione. La SVIMEZ ha individuato nel Mezzogiorno sette FTL: Abruzzo meridionale (Pescara, Ortona, Vasto, Termoli); basso Lazio e alto casertano (Gaeta, Napoli); Torrese-Stabiese (Torre Annunziata, Napoli, Salerno); Bari-TarantoBrindisi; piana di Sibari (Corigliano, Gioia Tauro); Sicilia orientale (Catania, Augusta); Sardegna settentrionale (Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano). I settori economici maggiormente coinvolti potrebbero essere l’agroalimentare di eccellenza (pasta, vino, olio, conserviero, caseario, ecc.), uten