La strada del Telangana si è divisa da quella dell’Andhra Pradesh. La decisione del governo di New Delhi di dare il via libera alla formazione del 29esimo stato della repubblica, assecondando le richieste secessioniste è stata accolta da scioperi, proteste e scontri.
La scelta del governo centrale ha avuto ripercussioni sul normale svolgimento della vita nell’Andhra Pradesh. Villaggi e città sono rimasti senza corrente elettrica per l’adesione degli lavoratori del compagnie energetiche alla protesta contro l’istituzione del nuovo Stato con uno sciopero a oltranza iniziato domenica. La maggior parte degli ospedali della regione funziona con i generatori. I bancomat sono fuori uso. Diversi treni sono stati cancellati.
Con l’obiettivo di fare pressioni sull’esecutivo del premier Manmohan Singh, quattro ministri dalla regione di Seemandhra, l’area dell’Andhra Pradesh che resterà alla fine della separazione, hanno rassegnato le dimissioni, mettendo in difficoltà la coalizione di governo della United Progressive Alliance guidata dall’India Nantional Congress. Secondo quanto riporta l’Hindustan Times, per diversi osservatori, se non si dovesse trovare una soluzione per ripristinare la calma, non ci sarà altra soluzione se non imporre il controllo del centro sullo stato.
Il chief minister dell’Andhra Pradesh, Kiran Kumar Reddy non demorde. Ai microfoni dell’emittente CNN IBN ha spiegato che non intende dimettersi, ma neanche permettere che nasca il nuovo stato. “Il mio incarico non è importante né permanente come invece è uno stato. Dobbiamo pensarci bene prima di dividere un grande stato come l’Andhra Pradesh, “c’è rabbia verso la secessione, verso i partiti e verso di noi”.
Altri politici come l’ex chief minister Chandrababu Naidu o il parlamentare Jagan Mohan Reddy hanno iniziato uno sciopero della fame, sebbene, nota Sreenivas Reddy, ex segretario dell’Unione dei giornalisti, in un’intervista al magazine Tehelka la loro opposizione alla nascita del Telangana sia una svolta rispetto alle precedenti prese di posizione a favore del nuovo stato.
Centrale in tutta la vicenda è inoltre lo status di Hyderabad, sesta città indiana e centro tecnologico e farmaceutico del paese, destinata a diventare la capitale condivisa dell’Andhra Pradesh e del Telangana.
“È l’unica città realmente sviluppata dell’Andhra Pradesh”, ha spiegato il giornalista Zaheeruddin Ali Khan sempre a Tehelka. “la città è conosciuta soprattutto per le proprietà donate dai fedeli musulmani accaparrate da uomini d’affari e politici dell’Andhra. Non vogliono abbandonare questo business. Si tratta di una lotta tra la popolazione del Telangana e 200 famiglie di miliardari. Continueranno a fare del Telangana un problema”