#Cooperazione InternazionaleArriva Mission, ripartono le polemiche

C’era da aspettarselo, a poco più di una settimana dalla messa in onda su Raiuno della prima puntata del reality Mission si rianima il dibattito e le polemiche che hanno portato l’estate scorsa all...

C’era da aspettarselo, a poco più di una settimana dalla messa in onda su Raiuno della prima puntata del reality Mission si rianima il dibattito e le polemiche che hanno portato l’estate scorsa alla raccolta di quasi 100.000 firme per dire NO al così detto progetto di social tv difeso a spada tratta dalla Rai e dalle organizzazioni coinvolte, Intersos e Unhcr.

Dopo qualche mese di silenzio il Comitato No Mission ha consegnato pochi giorni fa, in collaborazione con Change.org, le 98.000 firme raccolte al Presidente Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico che a fronte delle polemiche si era mobilitato fino a chiedere di visionare la puntata numero zero già registrata in modo da poter comprendere se fossero stati effettivamente rispettati i principi che regolano, nel Contratto dei Servizio, la missione e il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo.

A ravvivare il fuoco acceso sotto le braci ci ha pensato ieri un articolo del blog African Voices, uno dei primi siti che insieme a Info-cooperazione ha seguito il caso Mission. Fulvio Beltrami commenta un’anteprima video di una delle puntate di Mission, quella girata in Congo con Paola Barale ed Emanuele Filiberto di Savoia. “Il video mostra una dimensione di finto-reality realizzato a metà strada tra gioco, fiction, isola dei famosi, in una atmosfera familiare, tranquilla e gioiosa impossibile da trovare in un campo profughi. I protagonisti sono solo i VIP impegnati in pseudo-lavori manuali preparati ad hoc che mostrano il lavoro dell’operatore umanitario come banale e che chiunque potrebbe improvvisare”. L’accusa è che il reality sia girato in sereni contesti di villaggio e non certo all’interno di campi profughi.

Nel frattempo girano su Raiuno i clip promozionali della trasmissione “MISSION, il mondo che il mondo non vuol vedere” che sarà condotta da Michele Cucuzza e Rula Jebreal. Nel corso della prima puntata del 4 dicembre potremmo vedere le testimonianze di Albano Carrisi con le figlie Cristel e Romina jr, che sono stati in Giordania, e dell’attore Francesco Pannofino con Candida Morvillo con le loro immagini in Mali. Nella seconda puntata dell’11 Dicembre vedremo il resto del cast composto da Paola Barale, Emanuele Filiberto di Savoia, Lorena Bianchetti, Cesare Bocci e lo stesso Cucuzza con Barbara de Rossi.

Inaspettatamente è anche il segretario generale di Intersos, Nino Sergi, a riaprire il dibattito con una sua lettera inviata al direttore di Vita, Riccardo Bonacina. Il tentativo di Sergi è ancora una volta quello dispiegare le ragioni della scelta di Intersos di collaborare alla realizzazione del progetto targato Rai. Si scorge anche nelle parole di Intersos la volontà di mettere le mani avanti “Si tratta di un tentativo e al tempo stesso una sfida che Intersos e l’Unhcr hanno accettato, anche nella convinzione che la RAI, migliorandone via via il formato, possa produrre uno strumento aggiuntivo di seria e diffusa comunicazione sociale”. “Non so se la RAI riuscirà appieno fin da queste prime trasmissioni ma, per quanto ci riguarda, abbiamo ritenuto che valga la pena tentare, con serietà e dedizione, come stiamo facendo.”
Sempre su Vita rincara la dose Giulio Sensi che vede nell’anteprima video una scontata conferma delle critiche preventive che da diversi fronti sono arrivate nei mesi scorsi.
E via via riparte il balletto della stampa destinato a tenere banco da qui al 4 dicembre (vedi gli articoli di Redattore Sociale e Silvestro MontanaroBeppe GrilloHuffington).

Ma a giudicare saranno ormai gli spettatori, teniamo duro, mancano solo sette giorni….certo l’anteprima non è incoraggiante.

Visita il blog degli operatori della cooperazione internazionale su www.info-cooperazione.it

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