La City dei TartariConvincere alla speranza – Anni Acrigni!

Un altro turno di notte od un altro volo attraverso oceani, mari neri, densi, dentro la pece del mondo, sopra i mercantili in mano ai pirati od alle corporazioni che distribuiscono prodotti coltiva...

Un altro turno di notte od un altro volo attraverso oceani, mari neri, densi, dentro la pece del mondo, sopra i mercantili in mano ai pirati od alle corporazioni che distribuiscono prodotti coltivati dai parenti dei pirati, dato che, nel gioco della globalizzazione e delle ottimizzazioni, il riscatto dei pirati somali lo pagano i coltivatori di caffe’ delle valli dell’Asmara.

Anche tu, mi dico allo specchio che e’ l’oblo’ dell’aereo, sei parte della logistica, della logica della distribuzione del pensiero, delle idee. Mercato/mercante/mercanzia, dentro di te, dentro le ossa, le connessioni delle tue sinapsi. E voli, plani attraverso notti, albe, giorni. Con il sorriso di chi sa, di chi conserva una piccolissima verita’, fra le stanze dei bottoni, i corridoi del potere, le scale delle corporazioni, gli ascensori sociali: tu sei te stesso. E quel te stesso si modifica, matura, ha bisogno di spazio, aria, energia, insomma, funziona quando ha la fottuta capacita’ di andare ed uccidere le opzioni, dopo averle messe tutte in fila, dopo aver analizzato quali siano pro, contro. Con tutta la liberta’ del mondo di sbagliare, pensi. O, forse, con quel senso di responsabilita’ che, prima di tutto, quando e se uno dovesse sbagliare, dovrebbe essere pronto ad assumersene il peso e le conseguenze. Ma, e qui e’ il trucco, uno deve averne le possibilita’, anche minimali, ma che siano garantite, dall’educazione, dalla politica, da una costituzione, dalle regole della societa’. Le classi di bambini in Africa dove qualcuno insegna le lettere ed i numeri, dove qualcuno insegna la lingua locale e l’inglese, sono la vera energia nucleare del pianeta.

Insegnare a sbagliare non per difetto di opportunita’, ma per eccesso, o, comunque, vivere e crescere, far crescere i virgulti di speranza, in un mondo migliore. Convincere alla speranza, dovrebbe essere il lavoro della politica e, diciamocelo, della finanza. Invitare al dialogo, alla sacrosanta, belligerante, sintomatica voglia di migliore. La politica permetta alla societa’ di costruire cio’ che la fiducia che e’ il credito finanzia, piuttosto che l’una continui ad appoggiare l’altra.

Ottimo, massimo, non siano piu’ parte di alcuna agenda. La societa’ e’ Darwiniana. E quella di domani ha gia’ tre, quattro mani e sei orecchie, ha gia’, nella culla, il desiderio di un mondo non piu’ ricco, ma piu’ adeguato a nutrire quel desiderio, quella scintilla di giusto per la quale, nella breve distanza fra generazioni, possiamo misurare non lo scorno di non essere alla pari di quella precedente – che sta accadendo in Italia in questi anni acrigni – ma di essere migliore, moralmente, socialmente. Inclusione, senso di responsabilita’ sul futuro e speranza, a chili, a tonnellate, a fiumi, oceani di speranza piuttosto che questi cieli e mari neri che attraverso, fra futuri possibili per la mia vita. E, cribbio, per il mondo. Perche’, se ognuno di noi fa la cosa giusta, non solo per se’, anzi, mai per se’, ma per il mondo, questo pianeta potrebbe essere un posto molto migliore in cui vivere. Alla pari dei paradisi fiscali e religiosi in cui, ammettiamolo, molti di noi si annoierebbero a morte. Bermuda o Shangri-Lah, sono per pensionati.

Convincere alla speranza, al futuro in cui alzarsi, di fronte alla devastazione italica, di fronte al vuoto di potere e di voglia di cambiare di questi venti anni. Ecco cosa dobbiamo fare, convincere alla speranza. Ed il mulino a vento peggiore contro il quale scornarsi, signore e signori, bimbe e bimbi, e’, da sempre, quello dentro di noi.

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L’otto dicembre votero’ Matteo Renzi alle Primarie, perche’ so che puo’ convincermi in un paese migliore, dove anche i banchieri ed i loro figli, possano decidere assieme a tutti gli altri ed a tutti i figli della societa’ piu’ schizofrenica del pianeta, sul proprio futuro. Si chiama democrazia. Che fa rima con pazzia. Due stati dell’anima della societa’ che generano universi possibili dove voler abitare.

Quindi, l’8 andro’ al seggio e spero che anche tanti amici della City lo facciano. Li’ saremo persone e non ‘ruoli’. 

‘There are two kinds of future, one where you want to be and thrive, and one where you want your worst enemy to barely survive. Disgracefully, we have only one shot, one planet and one society, so you better build a future of prosperity and opportunities for all. And we all want to live in a California of the mind’

K.J. Okker. – “Dark Seas of Hope”

Soundtrack

Joywave – Golden State

www.youtube.com/watch?v=tect3IxcoFc

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