Sic et simpliciterDal Palazzo: il meglio del peggio

    IN SILVIO VERITAS. Il consiglio nazionale del Pdl che ha sancito la trasformazione in una Forza Italia in 3.0 si apre con una constatazione di Berlusconi: «Gli italiani? Non hanno ancora impara...

IN SILVIO VERITAS. Il consiglio nazionale del Pdl che ha sancito la trasformazione in una Forza Italia in 3.0 si apre con una constatazione di Berlusconi: «Gli italiani? Non hanno ancora imparato a votare». Sarà per questo che negli ultimi vent’anni (ad eccezione di qualche piccola parentesi targata Ulivo o Pd) lui è stato al governo?

NEMO PROPHETA IN PATRIA. Ma c’è un posto, afferma fiero il Cavaliere, in cui non ci sono tasse sul lavoro: «In Albania, dove mi chiamano Maestro». 

UCCELLACCI E UCCELLINI. Lupi, neoalfaniano, perde la testa: «Noi colombe non abbiamo preso ordini dal vaticano: basta con il tiro della tonaca». 

UCCELLACCI E UCCELLINI – 2. Mentre Iva Zanicchi è perentoria: «Se Berlusconi decadrà rimarrà comunque leader. Io sono un’aquila, guardo tutto dall’alto». Continua così l’epopea ornitologica dell’aquila di Ligonchio.

HONEY, SUGAR SUGAR. «Nel pomeriggio Angelino ha citato Berlusconi almeno trenta volte… sa, quando c’è l’affetto vero e profondo, quell’affetto che resiste a tutto…» dice la forzista 3.0 Jole Santelli, quasi asciugando le lacrime. 

SAN SILVIO MARTIRE. Il dottor Zangrillo, ormai celeberrimo medico personale di Berlusconi, appare seriamente preoccupato dalle condizioni di salute del suo assistito che «non è capace di sottrarsi alle sue responsabilità neppure se rischia di mettere a repentaglio la salute. È una persona generosa, che non si risparmia neanche quando farebbe meglio a seguire i consigli di chi gli dice di riposarsi». Per dirla con Cornacchione: povero Silvio, l’ha fatto per noi.

SE IL TEMPO FOSSE UN GAMBERO. «Berlusconi che riscende in campo per rifare Forza Italia è come se Maradona volesse giocare i prossimi mondiali di calcio da capitano dell’Argentina». Lo dice Renzi? No, Giorgia Meloni, la “sorella” d’Italia che è tornata in campo con quel pischello di La Russa. 

NON SI CURA DI LORO, MA GUARDA E PASSA. «Mi prendono in giro sulla Corea? Ma che cazzo me ne fotte ammè, è tutto marketing» sbotta il “mitico” Antonio Razzi, ex Idv ora Pdl (pardon, forzista). Crozza non avrebbe potuto dirlo meglio.

L’ETERNO RITORNO. Bossi, appena ricandidatosi alla segreteria della Lega, indossa l’elmetto: «Se perdo non me ne vado, ma tanto vinco io». 

I HAVE A DREAM. Sulla stessa scia del Senatur anche Pippo Civati, il candidato dagli occhi blu alla segreteria del Pd (dopo una settimana trascorsa a schivare il fuoco amico e nemico sulla millantata sfiducia alla Cancellieri, annunciata e alla fine non presentata), ha un sogno: «Mi piace pensare che le larghe intese finiranno il giorno in cui vincerò il congresso del Pd e ne diventerò il segretario». Quindi nel duemila-mai!

PERSEVERARE DIABOLICUM EST. Angelino Alfano ora è più che mai sicuro: «Mi fido della Cancellieri, non ha detto bugie». L’ultimo del quale si è fidato per vent’anni è stato condannato. Ma questi sono solo dettagli. 

CORVO ROSSO, NON AVRAI IL “SUO” SCALPO. Il lealista Fitto tira di fioretto: «Il Pd vuole portare al Congresso (l’8 dicembre, ndr) lo scalpo di Berlusconi». Trapianto compreso. 

SECUNDUS NON DATUR. Michaela Biancofiore intervistata da Le Iene. Il miglior pregio di Berlusconi? «La generosità». Il peggior difetto di Berlusconi? «La generosità».

CAPITANI CORAGGIOSI. Roberto Formigoni, neo-frontman degli alfaniani, se la prende coi falchi: «Verdini e Ghedini sono due “Schettini” che portano Forza Italia fuori rotta». Partito dell’amore R.I.P.

SIC TRANSIT GLORIA TREMONTI. Silvio, rivolgendosi ai giovani di Dell’Utri (sì sì: ho scritto bene): «Tremonti? Era bravo, molto dotto. Ma non sapevamo fosse pazzo». 

EUFEMISMI. Micciché non ci gira intorno: «Il nuovo partito di Alfano? Ncd che sta per… ‘na cacata!». 

QUI PRO QUO. Renato Brunetta ne va fiero: «Checco Zalone esprime in pieno la filosofia di Forza Italia». A stretto giro di posta arriva la risposta di Pietro Valsecchi, produttore del film: «Mi sa che Brunetta non ha capito il film di Zalone…».

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