COSÌ FAN TUTTE. La novella Marilyn – al secolo Michaela Biancofiore – senza peli sulla lingua dichiara che «la stragrande maggioranza delle donne quando vede un uomo ricco e potente gli si butta tra le braccia. Non facciamo bigottismo!». Suvvia…
ECCE HOMO. E in un duello all’ultimo sangue con l’uomo di D’Alema in corsa alla segreteria del Pd, la pasdaran di Bolzano non smette neanche per un attimo di difendere il “suo” Cavaliere. Cuperlo prova ad articolare che «la (legge, ndr) Severino dice che un cittadino condannato definitivamente non può…»; lo interrompe bruscamente lei, grottesca e perentoria: «Silvio non è un cittadino!».
IN BIANCOFIORE VERITAS. E continua, senza remore: «A Berlusconi restare in Senato non serve, se non per evitare l’arresto». Lapsus?
INCOMPRESO. Intervenendo telefonicamente su Canale 5 a La Telefonata di Belpietro, e a poche ore dalla sua ultima conferenza stampa da senatore, Berlusconi spiega: «Io? In tutti questi anni non ho mai chiesto nulla per me, ho pensato solo al Paese».
IO ME NE ANDREI. E nel corso della conferenza stampa il Cavaliere continua sulla stessa scia: «Sono costretto a restare ancora in campo, nonostante abbia alternative che mi piacciano molto». Pronta la risposta della rete: «Se lo fai per noi non ti preoccupare».
TRASCENDENZA. Non passa inosservato neppure l’appello che Mr. B. lancia ai senatori di Pd e M5S e che suona un po’ come “rimandate il voto o ve ne pentirete”. Pronta la giustificazione da parte del prode Nitto Palma: «Silvio vuole mettere i senatori a contatto con la propria coscienza». Cos’altro sennò?
L’ULTIMO DEI MIEI CANI. Ma il rilancio in grande di Forza Italia è alle porte, «accanto ai giovani, alle donne e alle associazioni che si occupano di animali domestici che sono milioni». «Le famiglie che hanno a casa un cane – continua Silvio – vanno sostenute. Chiedete a una donna di scegliere se mettere al muro il marito o il suo amico a quattro zampe. Non avrà dubbi, sparerà sicuramente al marito!». Effetto Dudù?
ASSO NELLA MANICA. «Contro Renzi – annuncia il decadente Berlusconi – ho un colpo segreto». Per vincerlo o… trascinarlo con sé?
I DUELLANTI. Sull’altro versante, in casa Pd, Renzi e Cuperlo intanto se la cantano e se la suonano. Il sindaco di Firenze lancia un “minaccioso” monito a Letta: «Se il governo non farà ciò che chiediamo… finish!». Gli fa malamente il verso, in un cinguettio, l’uomo di D’Alema: «Se vinco io, o Enrico Letta fa quel che dico io, o Dash!». Pubblicità ingannevole?
50 SFUMATURE DI ROSSO – 1. Dice Renzi: «Dal 9 dicembre si cambia. Il Pd non può fare il donatore di sangue né la bella statuina».
50 SFUMATURE DI ROSSO – 2. Dice Civati: «Se vinco io ci sarà un ricambio vero, che non ci sarà se vince Renzi, che è passato dalla rottamazione all’autorimessa».
50 SFUMATURE DI ROSSO – 3. Dice Cuperlo: «Renzi è il continuità con il ventennio berlusconiano, non basta una figura carismatica».
ALFA-NO. Renzi prosegue per la sua strada, incurante delle accusa che gli piovono addosso e si scaglia contro il vicepremier: «Alfano? Non è un problema per me. Attaccato alla poltrona com’è, si ingoierà anche i Soviet». Pronto ad entrare nel Politburo?
IUS ASFALTANDI. D’Alema “attacca” il governo: «Riparate l’asfalto vicino alla mia Fondazione! È in centro, mica a Torbellamonaca!».
DURA TAX SED TAX. «Basta tasse – tuona il premier Letta – o Grillo andrà al 51%». Paura o coda di paglia?
POLLICE VERSO. Le ore che precedono il voto di decadenza sono tese. L’incipit è di Gasparri: «Renzo Piano? Come architetto, chapeau. Come politico, può lustrarci le scarpe, che sono impolverate».
VAE VICTIS. Ci mette il carico da undici la Mussolini: «Alfano è un pesce piranha. E io l’ho già definito Al-Fini». Cattivissima lei…
DALLE STELLE ALLE STALLE. Berlusconi dal palco posizionato nel budellino di via del Plebiscito è amareggiato: «Ieri avevo a cena l’uomo più potente del mondo, Putin, e tra poco dovrò servire vassoi alle mense». La ruota gira.
NON E’ UN PAESE PER VECCHI. E continua: «Gli ho spiegato (a Putin, ndr) quello che mi sta capitando e lui è rimasto incredulo, scandalizzato e molto sorpreso dal fatto che il nostro Paese sta dando quest’immagine all’estero».
JE NE REGRETTE RIEN. Il post-decadenza, poi, è esilarante. Parte Cicchitto: «Vedere Berlusconi sul palco per me è stata una tragedia personale e politica, che in ogni caso non mi impedirà di continuare a condannare l’uso politico della giustizia e a coltivare rapporti di solidarietà con Berlusconi». Distinti, ma non distanti.
NON È UNA COSA SERIA. La più addolorata è Francesca Pascale, che dopo il baciamano al suo uomo inizia a parlare per iperboli: «Scriverò al Papa, mi riceva per ascoltare la tragedia di Silvio». Che abbia capito male quando le hanno consigliato di andare “da uno bravo”?
NCD, NOLEGGIO CON DEPUTATO. La fidanzata del Cav nel «giorno più brutto della vita e per la democrazia» continua e non risparmia nessuno. E punta il dito contro l’ex Delfino: «Ad Alfano sarebbe bastato aspettare e sarebbe stato lui il leader naturale. Mentre ora giàal nome, piùhe un partito, quello di Angelino sembra una societài autonoleggio».