I Ligresti non sono e non sono mai stati la mia tazza di the. Per nulla, ma non è il caso di maramaldeggiare oggi. Sono a processo e va bene così. Ma il caso Cancellieri è cosa diversa. Tutta diversa. Il Ministro Cancellieri ha fatto qualcosa di illegale? No, infatti non è indagata. Ha fatto qualcosa di moralmente discutibile? A leggere l’intercettazione telefonica sembra il contrario. E’ evidente che non ha fatto nulla nonostante l’amicizia fortissima. E’ intervenuta solo sulla carcerazione preventiva di Giulia Ligresti che urla ed urlava vendetta.
E non mi importa nulla che a stare in galera preventiva sia la figlia di Salvatore Ligresti, detto don Salvatore. Non è quello il punto. Come non è il punto che Giulia Ligresti sia la versione italiana dei tipi di Bling Ring, borsette comprese. Come non sono il punto lo stato dei conti di Fondiaria e la liquidazione del figlio della Cancellieri. Le liquidazioni dei top-manager sono spesso un punto. Ma che non centra con il caso Cancellieri.
Il punto della vicenda Cancellieri, se non ha commesso nulla di illegale o immorale come sembra dalle intercettazioni pubblicate (sic), è il rapporto tra poteri. Non possiamo far decidere chi è Ministro ai soliti stralci di intercettazioni rese pubbliche. Non possiamo accettare le carcerazioni preventive come metodo d’indagine. Non possiamo essere complici dei falò mediatici. Non posiamo stare fermi mentre il solito circo, già visto tante volte distrugge tutto e tutti. O ci siamo già dimenticati il caso Scaglia?
Per questo il Ministro Cancellieri non si deve dimettere. Deve resistere. Non è più il momento delle piccole furbizie sperando che la gogna mediatica colpisca l’altro. C’è una ragione storica – tuttora valida – nell’indipendenza assoluta della magistratura. Ma questa indipendenza è necessario sia equilibrata da garanzie forti per la politica. In Italia dal 92’ tutto questo è saltato. Ed i risultati sono chiari a tutti. Vent’anni di nulla e di impoverimento – anche materiale – del nostro Paese.
Dal falò mediatico non si salverà nessuno di quelli sulla scena. Dal caos istituzionale economico escono uomini della provvidenza. Mica i bravi ragazzi. Sveglia!
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