’O pernacchioFacciamo un Pacco alla Camorra!

«Il pacco alla camorra lo si fa con la cultura». Comincia così, fulmine a ciel sereno, la clip che presenta l'iniziativa del Pacco alla Camorra, realizzata dal consorzio NCO (Nuova cooperazione org...

«Il pacco alla camorra lo si fa con la cultura». Comincia così, fulmine a ciel sereno, la clip che presenta l’iniziativa del Pacco alla Camorra, realizzata dal consorzio NCO (Nuova cooperazione organizzata) e promosso dal comitato Don Peppe Diana e da Libera. È un pacco, di cartone e di idee, con dentro prodotti genuini e veraci del territorio campano, tutti provenienti da beni confiscati alla Camorra (quella delle grandi aziende, degli spari in pieno giorno e a notte fonda; dell’omertà e delle trattative sottobanco). È un’idea semplice ma incredibile. Un sogno che prende le sembianze di un regalo, di un – come si dice a Napoli – pacco. Che non è solo la scatola o il contenitore di cartone; è pure la voglia di fregare, battere e schiacciare un sistema, quello criminale e criminoso, con la genuità del lavoro onesto e con l’istruzione. Perché è ai ragazzi, in primis, che la NCO si rivolge.

“Facciamo un pacco alla Camorra”, l’iniziativa di NCO con il comitato “Don Peppe Diana” e Libera

«Pasta, marmellata, melanzane sott’olio, fagioli, passata di pomodoro, lenticchie: tutti prodotti di qualità», si sente sempre nel video. «Un’idea, una proposta per il territorio. Poi si possono vendere o non vendere: non ce ne frega proprio. […] Non ci sono fondi pubblici nella gestione del Pacco». Pure il cartone, quello della scatola, è campano: 100% riciclato. Per la serie: oltre al danno, la beffa. E attenzione: qui sia il danno che la beffa sono alla camorra, alla mala politica, al vedo-non-vedo. Non al cittadino che è, come dovrebbe sempre essere, al primo posto.

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